Il rilascio dei pescatori siciliani, a seguito della visita lampo del premier Giuseppe Conte e del suo ministro degli Esteri Luigi Di Maio a Bengasi, sarebbe avvenuto dopo un accordo per uno ”scambio di prigionieri”, con l’estradizione di quattro cittadini libici “condannati in Italia come scafisti e come assassini”. Lo scrive il quotidiano panarabo Asharq Al-Awsat, vicino al generale Khalifa Haftar, citando fonti libiche secondo le quali l’accordo di scambio di prigionieri con l’Italia si è concluso sullo sfondo di una mediazione regionale, senza fornire ulteriori dettagli.
Il ricatto libico era cominciato a metà settembre quando Haftar aveva chiesto il rilascio dei quattro scafisti per i 18 pescatori italiani. I quattro scafisti erano stati condannati in Italia come trafficanti di migranti, e assassini, per cui dalla Libia, non dalla Tripoli del traballante governo riconosciuto dall’Onu, ma da ambienti considerati vicini al generale della Cirenaica Khalifa Haftar, rimbalzava in Italia la proposta di una trattativa che avrebbe trasformato in ostaggi i pescatori accusati di avere violato le acque libiche.
Gli scafisti, secondo Haftar, sarebbero solo “quattro giovani calciatori”. Il contrario di quanto accertato dalla magistratura sconcertata da questa ipotesi definita “ripugnante” dal procuratore della Repubblica di Catania Carmelo Zuccaro (nella foto a sinistra): “Altro che giovani calciatori. Furono condannati non solo perché al comando dell’imbarcazione, ma anche per omicidio, avendo causato la morte di quanti trasportavano, 49 migranti tenuti in stiva. Lasciati morire in maniera spietata, sprangando il boccaporto per non trovarseli in coperta. Un episodio fra i più brutali mai registrati”
Ma Di Maio e Conte trattano con questa gentaglia.
Se l’Italia fosse la Gran Bretagna, all’indomani dal sequestro dei nostri pescatori, avrebbe chiesto l’immediato rilascio pena bombardamenti a tappeto della Cirenaica da parte della nostra Aeronautica Militare coadiuvata dalla nostra Marina Militare.
Fonte – alessandriaoggi