“La ricerca dell’università: “In Sicilia il virus si diffonde velocemente, e si fanno pochi tamponi”
In base al modello messo a punto da un team di ricercatori del dipartimento di Statistica, l’indice Rt dell’Isola (1,22) è superiore a quello della Campania che però fa il triplo dei test. Preoccupanti anche i dati sui ricoveri in terapia intensiva: aumentano più rapidamente che altrove.
In base al modello messo a punto da un team di ricercatori del dipartimento di Statistica, l’indice Rt dell’Isola (1,22) è superiore a quello della Campania che però fa il triplo dei test. Preoccupanti anche i dati sui ricoveri in terapia intensiva: aumentano più rapidamente che altrove.
I dati sul Covid ed in particolare sui ricoveri (anche in terapia intensiva) in Sicilia continuano ad essere allarmanti e peggiori rispetto a quelli della Campania (come avevamo raccontato già il 20 ottobre). A riverlarlo è ancora una volta il modello messo a punto da un team di studiosi del dipartimento di Statistica dell’università di Palermo, composto da Vito Muggeo, Andrea Consiglio, Mariano Porcu (dell’università di Cagliari), Gianluca Sottile, Vincenzo Giuseppe Genova e Giorgio Bertolazzi, aggiornato quotidianamente e reperibile a questo link.
Terapie intensive in crescita
Secondo il modello statistico, se è vero che in entrambe le Regioni, Campania e Sicilia, i ricoveri crescono con la stessa velocità (3,8%) e si stima che dovrebbero raddoppiare in circa 18 giorni, è sulle terapie intensive – punto cruciale dell’emergenza Coronavirus – che l’Isola ha la peggio: attualmente crescono infatti del 5,8% (in Campania un punto in meno, 4,8%) e il loro numero dovrebbe raddoppiare in circa 12 giorni (in Campania quasi 15). La soglia critica, che scatta quando risultano occupati più del 30 per cento dei posti totali, è stata superata in entrambe le aree ormai da diversi giorni.
Indice Rt superiore a quello della Campania
C’è poi un altro fattore che rende molto preoccupante la situazione siciliana – a dispetto della sorpresa di molti di essere finiti in zona arancione – e riguarda l’indice Rt: 1,22 in Sicilia, 1,19 in Campania (mediamente in Italia è 1,26). Tradotto vuol dire che, secondo lo studio il virus si sta diffondendo più velocemente dalle nostre parti e, se si aggiunge a questo dato una criticità tutta siciliana, quella legata al bassissimo numero di tamponi che vengono fatti rispetto al resto del Paese, significa che di fatto si sta monitorando con poca precisione l’andamento dell’epidemia. Più difficile quindi correre ai ripari.
Pochi tamponi nell’Isola
In Sicilia mediamente vengono compiuti circa 7/8 mila tamponi al giorno, in Campania circa 25 mila e in Lombardia, solo per fare un altro esempio, circa 40 mila. Quotidianamente quindi nelle altre Regioni viene registrato un numero molto più elevato di positivi perché maggiore è il numero di persone che vengono sottoposte ai test. Così la crescita dei positivi – sempre in base al modello statistico dell’ateneo – in Sicilia è del 5,9% (ma se analizzati rispetto ai tamponi compiuti diventa 4,5%), mentre in Campania è (solo apparentemente) maggiore: 6,9%, che se rapportato però al numero dei test scende a 3,8%.
Secono lo stusio, inoltre, nella “classifica” delle Regioni più colpite – dove cioè è maggiore il numero dei positivi rispetto ai tamponi effettivamente compiuti – la Sicilia si colloca al quattordicesimo posto, con una percentuale del 24,3% (la media italiana è del 27,5%); la Campania al quindicesimo, con 23,8%. Le Regioni messe peggio sono la Valle d’Aosta (56,8%) e il Veneto (56,6%), mentre la Calabria (attualmente zona rossa) risulta clamorosamente la più tranquilla del Paese: 10,6% di positivi rispetto ai tamponi effettuati. Che però sono addirittura meno di quelli fatti in Sicilia: mediamente 3.500 al giorno.
Fonte Palermotoday