Primo fine settimana di attività collegate al Festival Marenostrum, domani 1° ottobre alle ore 17:00, presso il collegio dei Gesuiti in piazza Plebiscito, ci sarà l’incontro con il fotoreporter Alessandro Grassani che illustrerà il suo progetto fotografico esposto in questi giorni a Mazara “Migranti ambientali, l’ultima illusione”. Profughi, rifugiati o migranti ambientali. Non hanno un vero nome e per il diritto internazionale nemmeno uno status. Sembrano invisibili eppure – nel 2050 – saranno 200 milioni. Inseguendo la speranza di un futuro migliore nelle città, questi pescatori, contadini e agricoltori – costretti ad abbandonare le zone rurali a causa del cambiamento climatico – si trovano spesso davanti alla loro ‘ultima illusione’: quella di una vita migliore lontano dalle loro terre.
Li ha incontrati e ha dato loro voce in Bangladesh, Mongolia, Kenya e Haiti.
Alessandro Grassani ha raccontato grandi eventi internazionali come i funerali di Yasser Arafat, lo sgombero dei Coloni israeliani dalla Striscia di Gaza, il terremoto che distrusse la città di Bam in Iran, l’operazione militare israeliana “Summer Rain”. Con il tempo la sua attenzione si è spostata verso una fotografia di approfondimento e indagine su importanti tematiche sociali che l’hanno portato a viaggiare in oltre 40 Paesi; lavora, tra gli altri, con The New York Times, CNN e organizzazioni come le Nazioni Unite, Doctors of the World e UNOPS. I suoi lavori sono stati esposti in festival e musei come il Museo de la Porte Dorèe a Parigi, Palazzo delle Nazione Unite, International Center for Climate Governance, Royal Geographical Society di Londra, Visa Pour l’Image a Perpignan. Sono inoltre stati premiati a livello internazionale, tra gli altri, per due volte ai Sony World Photography Awards, Days Japan International Awards, Luis Valtuena Humanitarian Photography Award, Premio Marco Luchetta, Premio Amilcare Ponchielli e Memorial Mario Giacomelli. Alessandro è un Sony Global Imaging Ambassador e docente di fotografia documentaria all’Accademia John Kaverdash di Milano.