“Al momento nessuna specie di insetto (o suo derivato) è autorizzata” a scopo alimentare in Italia. A fare chiarezza è il Ministero della Salute in una nota informativa inviata l’8 gennaio scorso anche al ministero delle Politiche Agricole, agli assessorati alla Sanità delle Regioni e Province e al comando dei Nas, proprio per rispondere ad alcuni interrogativi.
Dal primo gennaio si applica infatti il nuovo regolamento europeo sui ‘novel food’ che permetterà di servire a tavola anche locuste o grilli ma questo non significa, spiega il ministero, che possiamo già trovarli in commercio.
“L’autorizzazione di un novel food deve essere richiesta alla Commissione europea, seguendo le linee guida recentemente pubblicate dall’Efsa”, un ‘lasciapassare’ dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare che implica, tra l’altro, l’accertamento della sicurezza per le quantità di assunzione proposte.
Il ministero chiarisce che “alcuni Stati membri hanno ammesso a livello nazionale la commercializzazione di qualche specie di insetto in un regime di ‘tolleranza’. E’ stato comunque stabilito, con lo stesso articolo (del Regolamento), che per le specie in questione deve essere presentata una domanda di autorizzazione, al fine di definire le condizioni atte a garantirne la sicurezza d’uso per una libera circolazione sul mercato Ue. Nel frattempo gli Stati membri che ne hanno ammesso la commercializzazione prima del 1 gennaio 2018 possono continuare a mantenerle sul loro mercato”.
In Italia, invece, come si legge nella nota, “non è stata ammessa alcuna commercializzazione di insetti. La vendita come alimento di un insetto o di un suo derivato potrà essere consentita solo quando sarà rilasciata a livello Ue una specifica autorizzazione in applicazione del regolamento Ue (2015/2283). Nella nota del ministero spiega che tutti i prodotti che rientrano nelle categorie definite dal Regolamento Ue, privi di una storia significativa di consumo alimentare nell’Unione europea al 15 maggio del 1997, sono da considerarsi ‘novel food’ e la loro autorizzazione deve essere richiesta ora alla Commissione europea, seguendo le linee guida recentemente pubblicate dall’Efsa”.
(Repubblica.it)