Secondo i dati recentemente forniti dall’IDF (International Diabetes Federation), attualmente nel mondo le persone con diabete sono circa 366 milioni e le previsioni sono che nel 2030 se ne conteranno più di 552 milioni con un incremento del 51% . Ben oltre la metà delle persone con diabete ,poi, presenta una condizione di sovrappeso o di vera e propria obesità e quindi una alimentazione razionale ed equilibrata che, affiancata alla regolare pratica di attività fisica, renda possibile una perdita di peso, resta il mezzo di primo intervento più efficace e più economico. È ormai ampiamente condiviso il concetto che, in caso di eccesso di peso, è sufficiente perdere il 5-10% del peso iniziale per ottenere significativi miglioramenti non solo del compenso metabolico del diabete,prevenendone così le temibili complicanze, ma anche di tutte le patologie cardiovascolari e metaboliche a esso spesso associate (cardiopatia ischemica, ipertensione arteriosa,dislipidemia,iperuricemia, ecc).D’altro lato , anche nel persone con diabete normo o sottopeso, il ruolo della dieta intesa come stile di vita è fondamentale nell’ottenere la normalizzazione dei livelli glicemici.
A volte sono sufficienti dei piccoli accorgimenti per trasformare dei cibi “pericolosi” per la linea, in amici del benessere.
Seguire una dieta con alimenti a basso indice glicemico è utile per chi soffre di diabete, ma è anche una misura di prevenzione per tutti coloro che sono a rischio di svilupparlo, come chi è sedentario e sovrappeso.
Abbassare l’indice glicemico
Quando si fa la spesa e si cucina è bene adottare alcuni semplici accorgimenti che garantiscano una riduzione dell’indice glicemico dei singoli alimenti o del pasto nel suo complesso, così da non dover rinunciare ad esempio a pane e pasta.
Cos’è l’indice glicemico
L’indice glicemico misura la velocità con cui aumenta la glicemia – ovvero la concentrazione di zuccheri nel sangue – in seguito all’assunzione di un cibo. Dipende dalla velocità di digestione e da quella del suo assorbimento.
Come si calcola l’indice glicemico
È espresso in percentuale rispetto alla velocità con cui la glicemia aumenta dopo l’assunzione di glucosio o pane bianco, che hanno per convenzione indice uguale a 100. Se il valore è inferiore a 55 l’alimento è a basso indice glicemico. Fra i 56 e i 69 si collocano invece i cibi a medio indice glicemico, mentre numeri superiori a 70 sono relativi agli alimenti con elevato indice glicemico.
NOTE:
Quando si parla di indice glicemico di un alimento è importante definire un range di valori che tenga conto di tutti quei parametri che possono influenzarlo in positivo o in negativo. L`indice glicemico di un alimento varia, per esempio, con:
• il suo grado di maturazione (aumenta se la frutta è ben matura)
• la varietà (le mele verdi “per diabetici” non hanno lo stesso IG delle rosse)
• la temperatura ed il tempo di cottura (aumenta con il calore)
• il formato della pasta
• le quantità di ingredienti utilizzati (soprattutto nel caso di prodotti industriali)
Alimenti a basso indice glicemico
Gli alimenti a basso indice glicemico hanno un notevole effetto sul rischio cardiovascolare in quanto attenuano l`iperinsulinemia postprandiale e favoriscono un aumento del colesterolo buono (HDL).
E` interessante notare che l`indice glicemico degli alimenti non dipende soltanto dal tipo di carboidrati in esso contenuti. Riso e patate, pur essendo ricchi di amido (polisaccaride) possiedono un indice glicemico superiore al fruttosio e a molti frutti zuccherini. La fibra alimentare rallenta infatti il tempo di transito gastrico, con riduzione della velocità di assorbimento degli zuccheri assunti insieme alla fibra. Un analogo discorso può essere fatto per i grassi (il latte scremato ha un indice glicemico superiore rispetto a quello intero) e in misura minore per le proteine.
Articolo a cura della Dott.ssa Iride Curti Giardina