Il gip del tribunale di Marsala ha accolto la richiesta del sostituto procuratore Antonella Trainito di archiviare la posizione del vescovo di Mazara del Vallo Domenico Mogavero, indagato nel marzo dello scorso anno per truffa. La vicenda riguarda la gestione dei finanziamenti per la realizzazione della chiesa “avveniristica” del quartiere Trasmazzaro-Miragliano a Mazara, ribattezzata “una cattedrale nel deserto” in una zona “di espansione” senza ancora opere di urbanizzazione.
Cinque anni di lavoro, tre milioni di euro tra fondi della Cei e contributi regionali, 500.000 euro dei quali sarebbero finiti altrove. Ma per la Procura in questa presunta truffa non ci sono responsabilità di Mogavero (difeso dagli avvocati palermitani Nino Caleca e Stefano Pellegrino). Anche per l’altro reato inizialmente ipotizzato (l`avviso di garanzia è del dicembre 2015), l’appropriazione indebita per presunti ammanchi milionari e per un utilizzo improprio dei fondi dell`8 per mille andati alla Curia, la procura ha presentato decreto di archiviazione e il gip deciderà probabilmente già domani.
Nell’indagine della guardia di finanza ci sono altri sette indagati: il predecessore di Mogavero, monsignor Calogero La Piana, vescovo di Mazara dal 2002 al 2006 prima di essere spostato a Messina, l`architetto Francesco Scarpitta e l`ingegnere Bartolomeo Fontana che hanno curato il progetto e la realizzazione della chiesa, l`ex economo della Curia don Franco Caruso, Antonino Gaudente e Gaetano Stradella, titolari delle ditte incaricate della realizzazione della chiesa.
Costruita su un terreno acquistato dalla diocesi negli anni Novanta quando era vescovo monsignor Emanuele Catarinicchia, il contributo alla Cei fu chiesto da monsignor La Piana. La parrocchia di San Lorenzo fu costruita dal 2007 al 2011 e inaugurata da monsignor Mogavero nel 2012.
La truffa sarebbe consistita nel richiedere alla Regione siciliana il contributo per la realizzazione dell`opera che era già stata finanziata dalla Cei con quasi un milione e mezzo di euro dell`8 per mille. Mentre l’appropriazione indebita su cui la posizione di Mogavero è stata archiviata si riferiva al buco nei conti della Curia di oltre un milione di euro.
Monsignor Mogavero nel 2011, appena arrivato a Mazara del Vallo proprio per sanare il dissesto finanziario della Curia, fu protagonista di un attacco pesantissimo contro l’allora premier Silvio Berlusconi in un intervista a Famiglia Cristiana in cui dichiarò: “Berlusconi deve dimettersi punto e basta. Sarebbe la prima volta che fa qualcosa che giova al paese”. Per il presule, non nuovo a prese di posizione nette nei confronti del governo di centro destra, toccava ai vescovi, in qualità di cittadini italiani, “chiedere a un presidente del consiglio di fare un passo indietro. Purtroppo la Cei e il cardinale Bertone non possono farlo”.
Autore di un libro-intervista, “La chiesa che non tace”, disse: “Delle inchieste ho perso il conto, come tutti, ma ciò che avverto è l`assoluta mancanza di strategia per occupazione e famiglie. Pagano sempre i poveri, mentre chi evade il fisco, chi porta capitali all`estero è premiato”. Un commento che quattro anni dopo a fine 2015 gli procurò non poco imbarazzo quando ricevette il primo dei due avvisi di garanzia, oggi archiviati dal tribunale di Marsala.
(Fonte: Repubblica.it – Angelo Patanè)