Abbiamo avuto rassicurazioni, da nostri interlocutori Libici, circa le buone condizioni di salute dei componenti l’equipaggi, e che le diplomazie sono al lavoro nel tentativo di assicurare il loro ritorno a Mazara del Vallo oltre che delle loro barche da pesca, nel più breve tempo possibile.
Rimane aperto il contenzioso tra i due Paesi riguardo il limite delle acque territoriali esteso unilateralmente dalla Libia fino a 75 miglia, nel 2005, consentito loro dal trattato di Montego Bay del 1982, di cui l’Italia ne fu prima firmataria e oggi dalla stessa contestato per difetto di interpretazione della convenzione medesima secondo la quale parte di tali areali sono da intendere acque internazionali.
Più volte abbiamo suggerito alle autorità competenti la formulazione di un accordo di pesca bilaterale Libia/ EU (sulla scorta di quelli stipulati con i paesi del west africa) che consentirebbe la regolamentazione dell’attività nel pieno rispetto delle leggi e sotto l’egida della Unione Europea, al fine di garantire lo svolgimento della pesca in condizioni di massima serenità e nella logica di partnariato.
Oggi riteniamo sia l’unica strada percorribile per mettere fine a questa annosa questione e sin da adesso , come associazione API, siamo disposti a contribuire fattivamente, grazie anche alle relazioni che ci legano con importanti realtà Libiche del settore, le quali da tempo auspicano la normalizzazione e la regolamentazione di accordi specifici, a cui l’Europa e l’Italia non hanno mai dato la giusta considerazione.
Non ci resta che sperare la fine di questo ulteriore incubo per la marineria mazarese e per le famiglie dei pescatori, a cui va la nostra incondizionata solidarietà, e poter raccontare a breve la loro liberazione.
Fonte A.P.I. Associazione Progetto Isola “PRESENTE”