Dal 2018 le Province assumeranno nuovi dipendenti a tempo indeterminato per coprire quelle figure rimaste sguarnite per i pensionamenti seguiti al blocco del turnover stabilito dalla riforma Delrio del 2014: il pasticcio all’italiana è completo
Le Province tornano ad assumere, a tempo indeterminato. Ma le province non erano state abolite? Sì, la legge Delrio approvata nell’aprile 2014 prevedeva la riformulazione delle province in enti di secondo livello, private di buona parte dei trasferimenti in attesa della loro abolizione formale per cui era necessaria una riforma della carta costituzionale. Il 4 dicembre 2016 la bocciatura del referendum costituzionale ha cancellato anche l’abolizione delle province.
Così sono rimaste in vita svuotate di gran parte del personale e di gran parte dei finanziamenti che permettevano di tener in piedi scuole e strade. Ora nella Manovra 2018 al vaglio della commissione Bilancio della Camera, è contemplato un emendamento che consente alle province di poter ampliare il proprio bacino di impiegati per poter garantire “un ottimale esercizio delle funzioni fondamentali”.
Così dal 2018 le Province assumeranno nuovi dipendenti a tempo indeterminato nei limiti della spesa impiegata per il personale che è cessato di ruolo nell’anno precedente e che si occupava di viabilità ed edilizia scolastica. Potranno così essere coperte quelle figure rimaste sguarnite per i pensionamenti per il congelamento del turnover stabilito nel 2014 in previsione di una imminente soppressione delle Province.
Le province mai abolite
La riforma costituzionale bocciata con il referendum del 4 dicembre prevedeva semplicemente di eliminare la parola “province” dalla Costituzione, rimandando poi a una futura legge ordinaria la determinazione delle funzioni e delle competenze di questi enti o la loro eventuale cancellazione.
Una nuova riforma dunque che sostituisse la riforma Delrio convertita in legge nell’aprile del 2014 che stabiliva di sostituire le province con assemblee formate dai sindaci dei Comuni che ne facevano parte. I nuovi enti hanno competenza in materie come edilizia scolastica, tutela e valorizzazione dell’ambiente, trasporti, strade provinciali. Un’altra funzione è il “controllo dei fenomeni discriminatori in ambito occupazionale” e la “promozione delle pari opportunità sul territorio provinciale”. Tutte le altre competenze sarebbero dovute passare ai Comuni, ma le cose sono andate a rilento e di fatto le competenze delle province sono rimaste molto simili a quelle prima della riforma.
Non solo: le province? da 107 a 97 (+10)
Con la riforma Delrio le province sono diminuite ma solo perche 10 di esse (Torino, Roma, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria) sono state trasformate in altrettante città metropolitane, i cui territori coincidono con quelli delle province e che, di fatto, hanno le funzioni fondamentali delle vecchie.
Dal 2014 in pratica non è cambiato nulla, si sono persi soldi, tempo e soprattutto ora saranno necessari interventi di manutenzione straordinaria a scuole e strade dopo che per tre anni nessuno ha saputo di chi fosse la competenza.
(Today)