Silvio Schembri si è messo in contatto con i pescatori di Mazara del Vallo (Sicilia) che sono stati sequestrati dalle motovedette libiche qualche giorno fa, prima che fossero liberati.
“Fisicamente stiamo tutti bene ma moralmente malissimo”, dice Roberto, il comandate del peschereccio. “Siamo stati fermati, eravamo a 25 miglia. Non sono acque libiche”, racconta.
Gli equipaggi sono stati fermati dalla guardia costiera libica mentre effettuavano una battuta di pesca e sono stati scortati al porto più vicino sotto la minaccia delle armi.
Ci siamo fatti dare le coordinate del punto in cui i pescatori sono stati fermati e il punto esatto risulta a 28 miglia di distanza dalle coste libiche, 16 miglia dentro le acque internazionali. Gli italiani erano quindi in regola.
La Libia, però, ha spostato in maniera arbitraria il confine a 74 miglia, anche se, come ci spiega l’ex comandate della Guardia Costiera Gregorio De Falco, “è illecito proclamare unilateralmente, senza un accordo precedente, una zona economica esclusiva”.
“La notte sono venuti con il camion tre militari armati, ci hanno sequestrato un mese di lavoro”, ha raccontato Roberto alla nostra Iena.
Ma non è finita qui, Roberto infatti dichiara alla nostra Iena che la motovedetta da cui sono stati fermati “potrebbe essere una motovedetta che l’Italia ha dato alla Libia”.
Proprio mentre siamo a Mazara del Vallo, all’alba di venerdì, apprendiamo che i pescatori sono finalmente stati liberati.
Le Iene – Mediaset