L’onorevole con la casa abusiva vuole riprovarci. «In vacanza sono stato a Santorini. Lì ci sono quelle ville a strapiombo sul mare. Sono uno spettacolo» . Carmelo Pullara da Licata ha un pallino, la costruzione di edifici a ridosso del mare: adesso, dunque, il capogruppo dei Popolari e autonomisti – una delle sei forze che compongono la maggioranza di Nello Musumeci – vuole abbattere uno dei pilastri della lotta al cemento selvaggio nell’isola, il divieto assoluto di edificare entro i 150 metri dalla battigia, che vige in Sicilia in forza di una legge regionale degli anni Settanta. « Noi – dice Pullara – abbiamo fatto più del resto d’Italia. Altrove il divieto di costruire in riva al mare può essere derogato con un parere della soprintendenza, da noi no. L’esempio da seguire non è solo Santorini: anche nelle Cinque Terre è così, con quelle bellissime ville sul mare».
Ne fa una questione di sviluppo, il deputato regionale della provincia di Agrigento. « Non di interesse elettorale – taglia corto – anche perché Licata il suo prezzo sugli abbattimenti l’ha già pagato. E non voglio neanche che si scriva che c’entra la mia casa: non ho case in riva al mare». L’abitazione di Pullara sulla quale pende un’ordinanza di demolizione, in effetti, è lontana dal mare: il parlamentare, che già a marzo aveva proposto di bloccare ruspe entro i 150 metri dalla battigia, è infatti finito sotto i riflettori per un immobile agricolo accanto al quale è nata una villa con piscina. Eppure, secondo l’ultima edizione del dossier “ Abbatti l’abuso” di Legambiente, l’anno scorso a Licata – una città che conta oltre 17mila irregolarità edilizie – c’erano 400 case abusive ancora da abbattere in riva al mare.
«Il punto – osserva però Pullara – è che in questa regione non c’è solo la mia Licata. La legge in vigore in Sicilia ci priva di uno sviluppo reale sulle coste: in Grecia, ma anche in Liguria, la possibilità di costruire edifici in riva al mare ha dato una spinta reale al turismo. Così, con la possibilità di costruire, renderemmo più appetibili economicamente le nostre coste».
Lo strumento, per il capogruppo dei Popolari e autonomisti, è il disegno di legge sull’Urbanistica. Il testo, predisposto dall’assessore regionale al Territorio Toto Cordaro ( un esponente dello stesso gruppo parlamentare di Pullara), è in attesa di essere esaminato all’Assemblea regionale e al momento non contiene quella norma: « La proposta – specifica però il deputato regionale di Licata – potrebbe essere inserita in quel disegno di legge, con un emendamento d’aula».
L’ultima volta, però, non è andata bene: l’emendamento presentato a marzo Pullara (in compagnia del deputato di Sicilia futura Edy Tamajo e dell’ex forzista Marianna Caronia) prevedeva che i Comuni bloccassero le demolizioni entro i 150 metri dalla battigia fino a quando non fosse stato redatto un piano ad hoc per l’uso delle ruspe. La proposta ha suscitato un polverone di polemiche ed è stata bocciata in commissione Ambiente, con una discussione arrivata poche ore dopo il grido d’allarme del procuratore regionale della Corte dei Conti Gianluca Albo: « Nel 2019 – aveva detto Albo all’inaugurazione dell’anno giudiziario della magistratura contabile – assurge a prioritaria l’azione di contrasto alla intollerabile inerzia di molti comuni nei confronti dell’abusivismo edilizio che non solo deturpa il paesaggio e mina la sicurezza del territorio ma è anche fonte di danno erariale».
Repubblica.it – Claudio Reale