L’istituzione del Comandante dei credenti è per gli stranieri di confessione ebraica e cristiana che vivono nel Regno del Marocco un pegno di pace, sicurezza e cordialità, ha detto lunedì sera a Rabat, monsignor Vito Rallo, ambasciatore della Nunziatura apostolica vaticana a Rabat.
Durante la visita di una grande delegazione di ambasciatori stranieri accreditati a Rabat a diverse istituzioni religiose in Marocco, organizzata dalla Fondazione diplomatica in collaborazione con la Nunziatura Apostolica, mons. Vito Rallo ha sottolineato, in una dichiarazione al MAP, che questa visita ha lo scopo di far conoscere ai vari ambasciatori accreditati a Rabat l’Islam del giusto mezzo, un Islam di pace e rispetto, che si vive in Marocco, sotto l’illuminata Guida di S.M. il Re Mohammed VI, Comandante dei credenti.
“Il Regno del Marocco è un luogo d’incontro tra culture e civiltà, una terra di apertura e di dialogo tra le religioni”, ha detto l’ambasciatore del Vaticano in Marocco. Ha anche sottolineato la centralità della figura del Re quale Comandante dei credenti nella gestione degli affari religiosi in Marocco, evidenziando la convivenza, l’armonia e la sicurezza che regna in Marocco, grazie al ruolo innegabile dell’Istituto dell’Amir al-Mouminine (Comandante dei credenti), come una delle costanti del Paese.
“Il Marocco è uno dei pochi stati in cui tutti possono vivere in pace, rispetto e giustizia, grazie alla sollecitudine del suo Sovrano e all’istituzione del Comadante dei credenti”, ha detto il Nunzio apostolico, affermando che durante tutta la storia recente del Regno, i cristiani non hanno mai avuto problemi con i marocchini, grazie all’islam del juste milieu vissuto in Marocco, cioè quello del rispetto e della convivenza pacifica.
Da parte sua, il presidente della Fondazione diplomatica, Abdelati Habek, ha sottolineato che lo scopo di queste varie visite è di informare il corpo diplomatico straniero che vive in Marocco sugli sforzi tangibili del Regno in materia di riforma del campo religioso, e dell’esperienza marocchina con successo esemplare nella lotta contro il terrorismo e l’estremismo violento.
“Questa seconda tappa del dialogo interreligioso segue un primo passo fatto a Casablanca che ha visto la partecipazione di 25 ambasciatori che hanno visitato siti culturali e religiosi della comunità ebraica marocchina”, ha affermato il Sig. Habek. Organizzato sotto il tema “Islam del giusto mezzo in Marocco”, il programma “Dialogo Interreligioso”, al quale hanno preso parte 25 ambasciatori non musulmani, è iniziato con una visita al Mausoleo di Mohammed V, seguita da un dibattito nella Rabita Mohammadia degli Ulema, una visita all’Istituto Mohammed VI per la formazione di Imam, Morchidine e Morchidate, e una conferenza al Dar Al Hadith Al Hassania, Istituto superiore per la ricerca e la formazione.
In questa occasione, i diplomatici hanno discusso diversi temi relativi al contributo del Regno alla diffusione dell’Islam del giusto mezzo , all’esperienza marocchina nella formazione degli Imam e alle linee generali della riforma nel campo religioso in Marocco.
Questo incontro, che fa parte delle attività della Fondazione diplomatica, in collaborazione con la Nunziatura Apostolica, a beneficio degli ambasciatori accreditati in Marocco, mira a rafforzare le relazioni con le organizzazioni nazionali e internazionali.
(Fonte: http://maroc-diplomatique.net)