L’Amministrazione Di Girolamo e, in particolare, l’Assessorato alle Politiche culturali, diretto da Clara ruggieri, hanno patrocinato, in occasione della “Giornata della Shoah” lo spettacolo teatrale “Figli in Mutande… per una memoria degli Olocausti”, su opera inedita di Francesco Mercandante e con la regia di Massimo Graffeo. Il lavoro teatrale verrà portato in scena dall ‘Officina teatrale Tamè all’Auditorium Giovanni Paolo II (centro sociale Sappusi), in via Omero. Quattro gli spettacoli previsti, il 24 e 25 gennaio pp.vv. – alle ore 10,00 – per le scuole e il 25 e il 27 gennaio – alle ore 21,00 – per il pubblico. L’ingresso sarà gratuito, fino a esaurimento dei posti.
Il lavoro teatrale pone l’attenzione sull’Olocausto… anzi sugli olocausti. La guerra non ha nome. Gli studiosi si sforzano continuamente di definirla, spiegarne le cause e prevederne le conseguenze; qualche filosofo ha pure scritto che essa è necessaria alla nostra specie, essendo concepita dalla natura stessa, ma la verità di fondo, quella spicciola e che tutti noi possiamo riconoscere, è una sola: la guerra è indefinibile, inspiegabile, imprevedibile. La Shoah, cioè lo sterminio di milioni di ebrei ad opera della Germania nazista, ne è una terribile e incommensurabile deriva. Uomini, donne e bambini, di colpo furono privati della propria identità e bestialmente uccisi, apparentemente senza motivazione, tranne che siamo disposti ad accettare il concetto di xenofobia. Figli in mutande, tuttavia, nasce non già come la semplice commemorazione d’una tragedia o il resoconto teatrale d’un genocidio, quanto, diversamente, quale memoria autonoma di tutti gli olocausti compiuti. Forse che i bambini palestinesi di oggi differiscono dai bambini ebrei di allora? Che significato aveva ed ha per loro la guerra? E soprattutto: qual era e qual è il suo nome per chi perde la casa, il padre e la madre? Il massacro di Srebrenica del 1995, in cui persero la vita ottomila musulmani bosgnacchi in seguito alla pulizia etnica ordinata dal generale servo Mladic, per caso, può essere trattato in altro modo? E quanti altri potremmo menzionarne? I Figli in mutande sono quegli orfani di guerra che non hanno più un nome, non possono darsi spiegazioni e, probabilmente, non possono guardare al domani.
In “Figli in mutande… per una memoria degli olocausti” recitano Cinzia Bochicchio, Stefano Calandro, Giulio Culicchia, Adelaide Del Puglia, Massimo Graffeo, Marilena Li Mandri, Tommaso Rallo. L’assistenza alla regia è di Pietro La Rosa.
Nino Guercio