Il figlio ventunenne si è suicidato la notte tra il 24 e il 25 marzo 2014. Il grandissimo dolore di un genitore (El Grinta) che sopravvive al proprio figlio, più propriamente di un figlio che sceglie di togliersi la vita a soli 21 anni, è diventato un libro: “Giuseppe” (edizioni Albatros), un volume di 569 pagine ma davvero scorrevoli e che si leggono tutte d’un fiato, che sarà presentato domani – giovedì 8 novembre – alle ore 17,30 presso la sede della Fondazione San Vito Onlus, in via Casa Santa, 41 a Mazara del Vallo.
Interverranno: Vito Puccio, presidente della Fondazione, Mimmo Errante Parrino, direttore della Caritas diocesana. Introduce Giusy Agueli, psicologa del Consultorio familiare “Marcello ed Anna Maria Inguscio”. Relazionerà El Grinta.
Il racconto nel libro ha l’obiettivo dichiarato di onorare la memoria di Giuseppe, cerca di capire le cause del disagio giovanile che portano poi al suicidio, attraverso frammenti della breve vita che si mescolano a momenti di vita del presente dell’autore. Bisogna precisare Giova precisare che Giuseppe è stato un ragazzo tormentato, con enormi dubbi sulla sua identità, al punto di diventare a volte un’altra persona e cioè Noemi, che, alla fine, non ha retto a questa bipolarità.
Le colonne portanti del romanzo (dove trova molto spazio anche la narrazione delle emozioni dell’autore) sono perciò fondamentalmente queste due: l’identità di genere e il disagio giovanile che porta all’auto distruzione. Giuseppe è il racconto importante, necessario, urgente di un padre che insegue suo figlio oltre il confine, invalicabile, della morte, ma è anche la voce di due generazioni alla ricerca di nuove coordinate per incontrarsi in un tratto di presente mutevole, fluido e scarso di punti di riferimento.