Non c’è angolo d’Italia che non abbia il suo carnevale, le sue tradizioni, i suoi sapori le sue maschere e tanti colori, i colori della festa più allegra dell’inverno. Alcuni carnevali sono talmente antichi che oramai sono conosciuti a livello internazionale e ogni anno contano sempre più visitatori provenienti da tutto il mondo.
Il termine utilizzato per designare la festa si ricollega a quello latino “Carnem Levare”, cioè al divieto ecclesiastico di consumare carne durante il periodo quaresimale.
In Sicilia sono il carnevale di Acireale e di Sciacca quelli più importanti e famosi anche in tutta la penisola e non solo. Da qualche anno pure nella vicinissima Petrosino il carnevale ha preso campo, crescendo di anno in anno, diventando forte attrazione turistica.
Anche a Mazara sembrava voler nascere qualcosa, dopo anni e anni di serate in discoteca e prima ancora nei garage privati, questo era il nostro carnevale, dove tutti uscivano di casa e per quella settimana sembrava che nessuno lavorasse; ogni sera era una grande festa e poi tutti a mangiar la pizza o a far spaghettate, tutti i ristoranti e le pizzerie di Mazara rimanevano aperti fino all’alba aspettando chi finiva di ballare per poi riempirsi di tanta gente e di lunghe tavolate.
Poi nacquero le prime sfilate di gruppi in maschera, poi pian pianino arrivarono i primi carri…piccoli ma fatti con grande passione e voglia di divertirsi e soprattutto di far divertire. I primi piccoli carri quasi quasi venivano un po’ derisi, “certo non sono come quelli di Sciacca o di Acireale” dicevano, ma erano talmente piccoli che adesso ci mancano, perché ci si affeziona subito alle cose piccole, perché sono sincere anche ingenue e fatte per divertirsi, magari senza colore politico perché il carnevale è la festa di tutti non dei politici. A carnevale ogni scherzo vale e quest’anno lo scherzo è stato fatto a tutti i mazaresi.
Peccato! Erano dei piccoli carri in crescita, magari sarebbero diventati grandi e magari chissà potevano portare tanta gente a curiosare la nostra città e renderla sempre più bella e visitata. Non è polemica la mia, ma spero solo faccia riflettere qualcuno e se qualcuno ama la nostra città si ricordi che non si tolgono le cose che funzionano, si sistemano meglio e si fanno crescere di più per il bene della nostra città. Poteva essere una bella occasione per questa città, tanta musica e allegria che pure al Satiro tornava voglia di danzare.
Ma se non ci pensiamo noi che siamo di questa città, incredibile ma vero, ci pensano ad Acireale a far tornare a danzare il nostro satiro e lo fanno su un carro in questo carnevale:
“MA… LA VOGLIA D’EUROPA?” e come spiegano gli autori del “nostro” carro:
Che fine ha fatto la “voglia d’Europa” ricca e prosperosa che tutti attendevano?
“Malavoglia” dunque, richiamando il noto dramma Verghiano, per indicare il sentimento di smarrimento che ha prodotto anche una crisi d’identità sociale.
L’opera rappresenta la gloriosa imbarcazione danneggiata (il cui nome “Provvidenza” è un chiaro riferimento letterario) in cui un naufrago (il popolo italiano) si dibatte tra le onde in un precario equilibrio. Alle sue spalle l’Unione Europea in veste di sirena, come nel racconto epico di Omero, che ci ha ammaliato col dolce canto delle promesse ma ci ha portato poi alla deriva del default economico.
L’unica via di risalita è costituita dalla nobile storia del nostro popolo, la cui cultura è rappresentata dal famoso “Satiro danzante” di Mazara del Vallo. Attraverso l’arte e la cultura che l’Italia in più di 2000 anni ha profuso nel mondo, possiamo quindi rialzare la testa e riprenderci il ruolo da protagonisti che meriteremmo nel contesto europeo».
P.s. Incredibile il destino quando di mezzo c’è il Satiro che da un Capitano fu trovato, devo ringraziare un altro nostro Capitano mazarese che gentilmente mi ha donato le foto del satiro stavolta su un carro ad Acireale. Grazie al capitano Nicolò Asaro
Buon Carnevale a tutti da Gianfranco Campisi