Dal governo Schifani giungono rassicurazioni attraverso la struttura commissariale per il contrasto del dissesto idrogeologico nella Regione Siciliana, diretta da Maurizio Croce, in merito all”avvio dei lavori per il dragaggio del fiume Mazaro. Si tratta del primo stralcio di un’opera dell’importo di meno di 900 mila euro, indispensabile per restituire navigabilità alle imbarcazioni a strascico, a quelle della piccola pesca artigianale e sicurezza alla comunità mazarese.
L’inizio dei lavori era previsto per i primi di aprile ed, invece, l’ulteriore mese di ritardo pare sia da attribuire a cavilli procedurali che sembrano, però, essere stati superati. E ce ne vorranno almeno altri sei prima di consegnare alla città il fiume navigabile dal momento di effettivo inizio dei lavori.
Sosteniamo le preoccupazioni espresse da Federpesca, attraverso il responsabile siciliano Santo Adamo, che parla di un serio problema di sicurezza per l’attività di pesca e per gli abitanti che vivono ai lati del fiume Mazaro.
Come Ugl, proseguiamo l’azione di pungolo ed auspichiamo che non si perda più tempo e si avviino i lavori attesi da oltre un decennio dalla marineria e dalla cittadinanza mazarese, per troppo tempo abituate, ahinoi (!), alle esondazioni ed ai conseguenti danni economici.
Ormai è trascorso più di un anno dall’aggiudicazione dell’Appalto per l’affidamento dei lavori, denominato TP189A_Mazara del Vallo – “Lavori di ripristino dei fondali del bacino portuale e del retrostante porto canale – 1° stralcio – zona foce del fiume Mazaro” – CUP J95D12000300001 – CIG 6571685604. Tal appalto è stato affidato all”operatore economico Ares srl di Roma mediante procedura ristretta semplificata, ai sensi dell’art. 123 del D.Lgs. 163/2006 e ss.mm.ii., con il criterio di aggiudicazione del prezzo più basso, determinato mediante ribasso con l’individuazione delle offerte anormalmente basse, ai sensi degli articoli 82 e 86 del Decreto legislativo 163/2006.
La gara è stata aggiudicata con Decreto Commissariale n.502 del 22 marzo 2022 in ragione del ribasso economico del 34,3717 per cento, per un importo di euro 836.056,14, di cui 740.676,91 per lavori, 90.379, 23 per costo del personale e 5.000, 00 per oneri per la sicurezza, oltre oneri ed Iva.
Dall’Accordo di Programma del 30 marzo 2010 tra il ministero dell’Ambiente e l’assessorato regionale Territorio e Ambiente della Regione siciliana, finalizzato alla programmazione e finanziamento di interventi urgenti e prioritari per la mitigazione del rischio idrogeologico, tra i quali il dragaggio del fiume Mazaro, sono trascorsi, però, ben tredici anni (sic!) Un’enormità per interventi classificati come urgenti e prioritari.
La politica tutta in questo decennio è responsabile così come lo strumento del Codice degli Appalti che, seppur risponde a principi di legalità e trasparenza, presenta procedure troppo farraginose che sviliscono ogni buon proposito, ragion per cui va riformato senza indugi dal governo Meloni.
Né è un esempio proprio il cosiddetto “dragaggio del fiume Mazaro” i cui lavori erano e sono necessari per mitigare le alluvioni e restituire sicurezza alla comunità mazarese, alla Marineria condannata, nell’ultimo decennio, a non poter navigare il Canale oltre ai danni subiti dai Cantieri navali impossibilitati ad operare, con indubbi effetti negativi sui livelli occupazionali e sulla sicurezza.
Non è più possibile gridare al vento che servono misure di prevenzione e di sicurezza nei luoghi di lavoro per poi assistere a tredici anni per l’avvio di lavori necessari a restituire quella sicurezza a lavoratori e cittadini sbandierata inutilmente.
A dichiararlo Giuseppe Messina Segretario Ugl Sicilia.