“Benvenute energie rinnovabili, viva i colpi inferti alla dipendenza energetica della Sicilia e al caro bollette. Ma attenzione alla pesca e all’armonizzazione del sistema economico con le esigenze ambientali, fra nuove tecnologie e comparti tradizionali che trainano da sempre l’economia siciliana e sostengono centinaia di famiglie”. Lo dichiarano, al termine di un incontro con una delegazione di pescatori mazaresi, Cristina Ciminnisi, deputata del Movimento 5 Stelle all’Ars, e Giampiero Trizzino, deputato uscente M5S e avvocato esperto in diritto ambientale, in merito al progetto MedWind, il mega parco eolico marino più imponente mai costruito nel Mediterraneo, che sorgerà a 60 chilometri dalle coste di Mazara del Vallo, al largo delle Isole Egadi: un colosso energetico, attualmente nella fase delle valutazioni di impatto ambientale, targato Toto Holding Spa attraverso la propria società Renexia, che in meno di otto anni porterebbe alla nascita di un impianto off-shore dotato di 190 turbine galleggianti per una potenza installata pari a 2,79 Gw ed una produzione stimata annua di 9 Twh, a una profondità tra 100 e 680 metri. Secondo la stima di Renexia, darebbe lavoro a 6.600 persone nei sei anni necessari alla costruzione e a 680 a tempo pieno nei 25 anni di gestione. Il parco eolico ricadrebbe nell’area geografica GSA16, zona con una produzione di 144,5 milioni di euro in termini di sbarco del pescato. L’area subirebbe una riduzione in termini di produzione dell’1%, pari a 1,4 milioni di euro, per un settore già in ginocchio per il caro gasolio.
Sul tavolo dell’incontro, le criticità ma pure le proposte, a partire dalle misure compensative connesse all’apertura di altre zone di pesca finora vietate ai pescherecci italiani.
“Un’iniziativa non estemporanea e fine a se stessa, ma primo contatto per una tutela autentica di tutti gli interessi in gioco – dichiara Cristina Ciminnisi – se da un lato non possiamo che apprezzare il fatto che un importante progetto sulle rinnovabili come quello che propone Renexia, ricada sul nostro territorio, dobbiamo dall’altro essere vigili sentinelle affinché ogni aspetto venga tenuto in debita considerazione. Mi attiverò affinché tutte le istanze meritevoli di tutela abbiano giusto riconoscimento nelle sedi opportune, fiduciosa che si riuscirà a trovare un equilibrio per tutelare entrambe le istanze”. Per Trizzino, “a oggi tra le varie osservazioni pervenute in sede di valutazione ambientale abbiamo trovato poca documentazione relativa all’impatto che questa struttura potrebbe avere sulla pesca. Ecco perché ho sentito il dovere accettare l’invito a incontrare i pescatori di Mazara del Vallo, per orientarli sulle scelte più opportune da intraprendere”.
L’armatore Maurizio Giacalone giudica “fondamentale aver messo sul tavolo le criticità relative alla riduzione della nostra attività, poiché i pescatori normalmente impegnati nella zona destinata all’impianto si sposteranno su altre aree marine, aumentando la concentrazione di pescherecci, per tacere delle conseguenze in termini di intensificazione del traffico marittimo anche dei mercantili e quindi di sicurezza, e, soprattutto delle perdite economiche e occupazionali. Sia chiaro: noi siamo a favore delle energie alternative, perciò preferiamo le proposte alle proteste. La prima e più importante, l’apertura della zona GSA21, quella più vicina alla Libia e attualmente preclusa”.
Comunicato Stampa