È venuto a mancare improvvisamente a Castellammare del Golfo, in provincia di Trapani, Gregory Bongiorno, 48 anni il prossimo febbraio. Dal maggio 2021 era alla guida di Sicindustria.
Da circa una settimana era influenzato, tanto che si era reso necessario un breve controllo in ospedale nei giorni scorsi. Ma nulla lasciava presagire il peggio. I suoi amici, infatti, l’avevano sentito fino a ieri e Bongiorno era tranquillo, a casa per i postumi dell’influenza. Stamattina la moglie ha tentato di svegliarlo, ma l’imprenditore era morto. Molto probabilmente un infarto fulminante nella notte. I funerali si dovrebbero tenere martedì mattina, nella sua città, Castellammare del Golfo. Bongiorno lascia moglie e due figli.
Laurea in Economia aziendale, imprenditore nel settore dei servizi pubblici locali, Bongiorno era amministratore della Agesp spa, azienda che si occupa di rifiuti, con 300 dipendenti.
Nel mondo confindustriale ha ricoperto il ruolo di presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Trapani, poi presidente di Confindustria Trapani e attualmente ricopriva anche l’incarico di vicepresidente nazionale dell’associazione di categoria Confindustria Cisambiente. Era componente del comitato credito e finanza di Confindustria a Roma.
Nei giorni scorsi era intervenuto sulla stampa, in occasione dell’arresto del boss latitante Matteo Messina Denaro, il capo indiscusso della mafia nella sua provincia, Trapani: «Oggi è un giorno di festa e gli applausi e gli abbracci della gente per strada al fianco dei carabinieri rappresentano l’immagine più bella di questa giornata – aveva detto -. L’arresto di Matteo Messina Denaro è la vittoria di tutti coloro che hanno sempre creduto nello Stato, non perdendo mai la speranza che un latitante potesse essere arrestato anche dopo trent’anni».
Da tempo del resto Bongiorno conduceva una battaglia per la legalità nel mondo delle imprese. Una decina d’anni fa la scelta di Bongiorno alla guida di Confindustria Trapani rappresentò una svolta dell’associazione nella direzione della legalità. E questo perché l’imprenditore di Castellammare aveva avuto il coraggio di denunciare la richiesta del pizzo, tanto che dopo soli tre mesi furono arrestati tre estorsori.
Dal padre, e poi dalla madre, Bongiorno aveva ereditato l’azienda, Agesp spa. Ma assieme alla società, operativa nel campo dei rifiuti, Gregory Bongiorno s’era portato dietro anche un pesante fardello: il pagamento del pizzo. Dopo aver preso in mano l’azienda in seguito alla morte della madre, Gregory Bongiorno, nel 2005, avrebbe consegnato 10 mila euro a Mulè, che si era presentato quale rappresentante dei boss. Le pressioni estorsive sarebbero andate avanti fino ad aprile del 2007. Poi un lungo periodo di pausa, poichè i suoi estorsori vengono arrestati e condannati per il loro organico inserimento nell’associazione mafiosa. Cinque mesi dopo avviene la svolta in Confindustria, con l’adozione del nuovo codice etico: fuori dall’associazione gli imprenditori che non denunciano. Bongiorno porta avanti l’attività fino a quando la mafia, nel 2013 ribussa ai cancelli della sua azienda. Pretende il pagamento degli arretrati: 60 mila euro, maturati, secondo la cosca, dal 2007 a oggi. Bongiorno, da un anno alla guida degli industriali trapanesi, allora denuncia. È il 2013 e Gregory Bongiorno con grande coraggio denuncia i suoi estorsori e sotto processo, davanti al gup Giangaspare Camerini, finiscono: Mariano Asaro, Gaspare Mulè, e Fausto Pennolino. Il pm a marzo 2014 chiede la condanna a dieci anni di Mulè, otto anni per Asaro e cinque anni e quattro mesi per Pennolino. Sono accusati di estorsione e tentata estorsione aggravate dalla modalità mafiosa. L’11 giugno 2014 il gup ha condannato a 8 anni e 10 mesi Mulè, a 3 anni e 8 mesi Asaro, a 6 anni e 8 mesi Pennolino.
É lo stesso Bongiorno a ribadire in una intervista il perché di quella denuncia: Alla fine del 2007 c’è stato il codice etico di Confindustria Sicilia e via via, in me, nasceva questo desiderio di ribellarmi. Poi, dalla fine del 2007, non ho avuto più questa gente fra i piedi”. E parlando di come era orami cambiato il clima in Sicilia aveva ribadito: “È cambiato tutto: qualche giorno fa abbiamo celebrato l’anniversario della morte di Libero Grassi, e i giornali giustamente ricordavano che Grassi è stato isolato da Confindustria. Ieri il presidente di Confindustria Sicilia mi ha chiamato venti volte: è necessario specificare che il clima è radicalmente cambiato?”
Gds.it – Laura Spanò