È morto ieri sera a Brescia l’ex commissario tecnico della Nazionale Azeglio Vicini. Avrebbe compiuto 85 anni a marzo. È stato il tecnico degli azzurri ai Mondiali di Italia 90 che consacrarono Totò Scillaci ed è rimasto ct fino al 1991 prima di lasciare la Nazionale ad Arrigo Sacchi.
Vicini si è spentonella sua abitazione di Brescia, città di residenza da sempre e dove sono nati i suoi tre figli. Da tempo era malato. Una delle ultime uscite pubbliche è stata a marzo di un anno fa quando a Palazzo Loggia a Brescia presentò il suo libro “Azeglio Vicini. Una vita in azzurro” scritto con il figlio Gianluca e la moglie Ines.
Da ct azzurro Vicini ha conquistato due terzi posti prestigiosi: nell’Europeo 88 e nel Mondiale 90. Il tecnico cesenate è stato sulla panchina della Nazionale per cinque anni e cinque giorni, dall’8 ottobre 1986 (esordio a Bologna: Italia-Grecia 2-0) con il bilancio di 54 partite, 32 vittorie, 15 pareggi e 7 sconfitte (76 gol fatti e 24 subiti).
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— U.C. Sampdoria (@sampdoria) 31 gennaio 2018
La carriera in azzurro finì il 15 ottobre 1991, con l’esonero dall’incarico tre giorni dopo Urss-Italia finita 0-0 e che costò alla nazionale italiana l’eliminazione dalle qualificazioni per l’Europeo 1992. A parte un periodo iniziale sulla panchina del Brescia, Vicini ha percorso tutta la sua carriera di allenatore nell’ambito azzurro, dove era entrato nel 1969 come responsabile della Under 23 e poi della Under 21. Alla guida degli azzurrini (debutto il 16.4.’69 a Udine: 1-0 sulla Romania) ha sfiorato il titolo Europeo nell’86 (sconfitto ai rigori dalla Spagna) e in 85 partite ha ottenuto 46 vittorie, 19 pareggi e 20 sconfitte.