Slittano ancora le nomine dei nuovi manager della sanità dell’era Musumeci. Sulla carta il mandato dei commissari straordinari scelti per traghettare le aziende sanitarie per 45 giorni in vista del nuovo valzer di incarichi scade il 5 novembre ma per quella data l’elenco dei nuovi aspiranti direttori generali valutati da una apposita commissione esaminatrice regionale non sarà ancora pronto. A bloccare i lavori la necessità di una modifica al regolamento della selezione che però deve passare dalla giunta di governo.
Il bando pubblicato a maggio dalla Regione prevedeva infatti che per ogni azienda sanitaria e ospedaliera pubblica (in Sicilia sono 18) fosse stilata una short list di almeno dieci idonei da cui poi il governo regionale potesse scegliere il candidato. Ogni partecipante poteva indicare una serie di aziende per cui candidarsi. Ma ciascuno di loro, secondo l’interpretazione della commissione, può essere inserito solo in una lista. Ciò significa che, se escluso da una delle aziende per l’incarico, non può essere nominato altrove. Ed è proprio questo l’aspetto che si vuole cambiare con la modifica al regolamento per fare in modo che uno stesso candidato possa essere presente su più liste di varie aziende.
Restano dunque in sella momentaneamente i dieci commissari straordinari: Giovanni Bavetta all’Asp di Trapani, Antonio Candela nell’azienda provinciale di Palermo, ad Agrigento Gervasio Venuti, a Ragusa Salvatore Ficarra, al Policlinico universitario di Palermo Fabrizio De Nicola, all’ospedale universitario di Messina Giuseppe La Ganga. E ancora Giovanna Volo all’Arnas Civico, Roberto Colletti a capo degli ospedali riuniti Villa Sofia-Cervello, Giorgio Giulio Santonocito al Garibaldi di Catania. Prorogati d’ufficio anche i commissari che non erano stati interessati dalla sentenza della Corte costituzionale
Dall’assessorato regionale alla Salute spiegano che il regime di “prorogatio” per legge può prolungarsi per altri 45 giorni, ma l’assessore Ruggero Razza spera di potere procedere alle nomine molto prima e comunque entro la fine dell’anno. A meno di nuove battute d’arresto.