E di norma i rapporti di lavoro datore-dipendente poggiano sulle fondamenta del contratto di lavoro, che ne regola mansioni, orari, retribuzioni e clausole. Alla base c’è il principio intoccabile sancito dalla legge che il contratto di lavoro subordinato è un accordo mediante il quale un lavoratore obbliga se stesso a lavorare alle dipendenze di un datore di lavoro, e quest’ultimo si impegna a corrispondere un salario per quell’opera di lavoro prestata. Ci sono diversi modi e forme di tutela che il lavoratore dipendente, alle prese con continui ritardi o mancati accrediti di stipendio, può utilizzare.
Dalle più delicate e concilianti, fino alle maniere forti, vediamone alcune:
Non firmare la busta paga
Accredito stipendio e busta paga vanno di pari passo.
Al dipendente ogni mese viene consegnato il prospetto paga, che richiede di essere firmato in fondo dal dipendente stesso.
La firma può essere apposta per ricevuta (cioè siglandola il lavoratore attesta solo di aver ricevuto il cedolino e nulla di più) o per quietanza (in questo caso la firma vale come attestazione di ricezione dello stipendio).
Messa in mora
Un altro passo che potete fare è una bella lettera di messa in mora [3] indirizzata al vostro datore, in cui lo intimate con cautela a corrispondervi la somma dovuta.
È formale ma non estremamente minacciosa e può essere scritta dal dipendente stesso senza l’aiuto di un avvocato.
Nel testo vanno inseriti l’oggetto della vostra lettera, la descrizione della vostra richiesta e un limite di tempo entro cui il capo dovrebbe adempiere al suo dovere, risolvendo il problema.
Tentativo di conciliazione
Se invece continua a fare orecchie da mercante potete procedere ad un primo tentativo di conciliazione.
Potete cioè rivolgervi in modo gratuito alla Direzione territoriale del lavoro (Dtl) chiedendo, mediante lettera scritta (ogni Dtl di solito ha dei modelli prestampati), di costituire un’apposita Commissione che avrà il compito di fissare un’udienza per risolvere il problema e cercare un accordo tra le parti in causa (voi e il capo), ognuna assistita da un proprio rappresentante.
Prima di arrivare a queste soluzioni estreme, ovviamente, è meglio cercare alternative un po’ più diplomatiche e concilianti, per non inasprire inutilmente i rapporti.
( Fonte laleggepertutti.it )