“Ho visto con i miei occhi come lo ha ucciso e non lo dimenticherò mai”. Questo il terribile racconto di Gianvito Italiano, il migliore amico di Vincenzo Favoroso, il giovane ucciso venerdì sera, in un cortile di via Mazzini a Castelvetrano.
Il suo presunto assassino, il trentaduenne Gaspare Favara adesso si trova in carcere a Trapani in stato di fermo in attesa della convalida dell’arresto da parte del Gip del tribunale di Marsala.
“Eravamo a casa di Gaspare Favara, era stato proprio Vincenzo a chiedermi di andare lì per giocare a carte – continua a raccontare Gianvito che non si riesce a darsi pace -. Ci riunivamo spesso in quel luogo, tutti insieme. Lì si gioca a carte e come premio bevevamo delle birre. Sembrava una serata tranquilla, eravamo, credo, otto persone quando ad un certo punto Vincenzo si è alzato ed è uscito fuori, davanti la porta. Io l’ho seguito e a quel punto Gaspare ha detto a Vincenzo che aveva una cosa da fargli vedere”.
Gianvito li ha seguiti per trovarsi davanti ad una scena che non avrebbe mai potuto immaginare. Favara infatti ha imbracciato un fucile a canne mozze, lo ha caricato e gli ha urlato di spostarsi. «A quel punto io ho urlato e implorato Gaspare di non fare cavolate, perché ad un certo punto mi sembrava serio, ma non volevo crederci. Gli ha sparato senza pietà e Vincenzo mi ha detto ‘Vita mia ti voglio bene, questa volta mi hanno ucciso, sto morendo'”.
Gds – Francesca Capizzi