Una nuova aggressione in ospedale a Palermo. Stavolta il caso è scoppiato al Civico, dove il padre di un neonato ha picchiato quattro medici dopo la morte del piccolo, che era stato operato subito dopo la nascita a causa di una grave forma di tumore. Uno dei medici aggrediti ha riportato un trauma cranico. “L’escalation di aggressioni ai medici e agli operatori degli ospedali – dice il direttore generale dell’ospedale, Giovanni Migliore – non è più una questione di singoli e sporadici casi, ma sta assumendo sempre più i contorni di un fenomeno che non è più tollerabile, perché oltre a minacciare il lavoro di tanti professionisti, rischia di inficiare il diritto alla salute di tutti”.
Negli ospedali di Palermo e provincia è il terzo caso in un paio di settimane. Giovedì teatro dell’aggressione era stata l’Asp di Carini, dove una dipendente in servizio all’ufficio anagrafe assistiti del presidio di corso Italia è stata brutalmente aggredita da un utente. La donna, mentre gli stava fornendo informazioni nella sala d’attesa dell’ufficio, è stata spinta a terra, trascinata per i capelli e colpita violentemente con calci e pugni. L’altro precedente risale al 25 marzo: a Partinico un giovane è andato al pronto soccorso dell’ospedale con l’influenza e, con tono agitato, ha preteso di essere visitato senza attendere il proprio turno. L’infermiera si è avvicinata al giovane per spiegargli che era in corso un’emergenza, ma l’uomo ha reagito con minacce e con due calci alla spalla e al petto, provocandole lievi lesioni. Alla fine di febbraio, invece, due operatori sanitari e tre vigilanti sono stati feriti in due aggressioni avvenute in poche ore ancora all’ospedale Civico di Palermo.
Il direttore generale annuncia che l’Arnas Civico-Di Cristina “si costituirà parte civile per chiedere giustizia e tolleranza zero nei confronti di chi risponde con la violenza ingiustificata al quotidiano impegno di competenza e sacrificio dei nostri professionisti in difesa dei bambini. Al tempo stesso promuoveremo la nascita di un comitato metropolitano per la sicurezza negli ospedali e nei luoghi di cura e l’avvio di una campagna di sensibilizzazione per educare al rispetto delle strutture sanitarie e dei professionisti che svolgono la loro opera al servizio del malato. I medici – anche grazie a poche mele marce e a molti studi legali che spesso speculano sulla sofferenza – negli ultimi anni sono diventati un bersaglio fin troppo facile. E anche questo messaggio, alla fine, incentiva comportamenti violenti e tensioni che minano la serenità di tutti”.
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