Palpeggiamento di minore, molestie, minacce di morte, insulti e stalking. Un castelvetranese di 70 anni, Giuseppe Speranzoso, al rifiuto non gradito di una donna di Partanna, alla quale aveva chiesto di abbandonare il marito per vivere con lui in Svizzera, ha messo in atto nei confronti della donna e delle due figlie femmine numerosi atti persecutori tanto da indurre la famiglia a modificare anche il proprio stile di vita. Nell’estate 2012, come si legge nel Gds, la figlia minore che aveva appena 15 anni, subì anche violenza sessuale. L’anziano castelvetranese, infatti, secondo l’accusa, sei anni fa, «con mossa repentina» toccava il seno alla ragazza. «Costringendola così — si legge nel decreto con cui il gip Sara Quittino dispose il rinvio a giudizio — a subire atti sessuali contro la sua volontà». Dal dicembre 2012, Speranzoso, difeso dall’ avvocato Salvatore Rosa, avrebbe poi cominciato a telefonare alla figlia della donna, con parolacce e richieste a sfondo sessuale. Minacciando anche di darle fuoco o sgozzarla quando sarebbe tornato a Partanna e di inviare i suoi amici di Castelvetrano.
Dopo le tre le denunce alla stazione dei carabinieri, e il relativo processo, l’uomo è stato condannato dal Tribunale di Marsala a due anni e mezzo di carcere per atti persecutori («stalking») e violenza sessuale su una ragazza minorenne. Data la modifica al sistema penitenziario con il cosiddetto «decreto svuota carceri» , che prevede le misure alternative al carcere per chi ha subito condanne inferiori ai 4 anni, l’uomo potrebbe non scontare la sua pena in prigione ma essere affidato ai servizi sociali. Questa possibilità non è prevista per reati di mafia, terrorismo, maltrattamenti in famiglia o stalking in danno di minori (come in questo caso), ma è valida per coloro che hanno più di 70 anni di età.
Ad emettere la sentenza è stato il collegio presieduto da Vito Marcello Saladino (giudici a latere Francesca Maniscalchi e Mariapia Blanda). Speranzoso, oltre alla pena detentiva, è stato condannato anche a pene accessorie, al pagamento delle spese processuali e al risarcimento danni (7 mila + 4 mila euro) a madre e figlia, che si sono costituite parte civile con l’assistenza dell’avvocato Enza Pamela Nastasi.
(Fonte: Partannalive.it)