Riceviamo notizie di stampa che in data 10 ottobre scorso a Trapani si è svolta la conferenza dei sindaci del Belice, Nicola Catania coordinatore, ed Enzo Alfano, alla presenza del commissario dell’Asp Paolo Zappalà, sul tema della proposta di modifica del Piano aziendale in ordine al così tanto blaterato “potenziamento” dell’ospedale Vitt. Emanuele II di Castelvetrano.
Così come anacronisticamente dovremo ancora chiamare il nostro Nosocomio, poiché ancora una volta è stata mortificata la nostra richiesta del 2019 di cambio d’intestazione in “Valle del Belice” sottoscritta da 9.000 cittadini del Belice; visto che nei lavori della Giunta regionale del 21 settembre 2021, il punto calendato per il cambio dell’intestazione è stato rinviato, poiché non condiviso per incomprensibili ragioni storiche.
Nelle note di stampa, si parla di “modifica dell’Atto aziendale o del Piano Sanitario Aziendale”, in ciò non considerando che la modifica necessaria è quella, non solo invocata dal nostro Comitato sin dal 2018 ancor prima che venisse approvato, ma anche dalla Commissione parlamentare sanità che, con atto d’indirizzo del 21 aprile 2021, sollecita il governo regionale alla modifica del D.A. 31 marzo 2017 sulla riorganizzazione della rete ospedaliera della Regione siciliana.
Come dire che il Piano Razza ha depotenziato – unico ospedale in Provincia di Trapani – il nosocomio della Valle del Belice declassando una decina di reparti da Unità complesse a semplici e disponendo il trasferimento di molti altri reparti essenziali, mentre adesso il Presidente Musumeci dice di volerlo potenziare.
Il Direttore generale dell’Asp di Trapani Fabio Damiani (in costanza dell’indagine “sorella sanità”) esegue la trasformazione in “carcassa” di un’intera struttura ospedaliera e adesso il Commissario Zappalà potrebbe apportare delle auspicabili modifiche all’Atto aziendale che ci auguriamo siano almeno in linea con l’atto d’indirizzo della VI Commissione parlamentare sanità.
Evidentemente la fortissima azione di protesta del nostro Comitato civico nel corso di questi tre anni ha prodotto finalmente dei risultati che rivendichiamo come frutto della nostra determinazione a far rimanere accese le fiaccole che il 6 novembre 2020 hanno circondato le mura del nostro ospedale, mantenendo i riflettori puntati sulla questione ospedale, mentre ricordiamo che i sindaci che si recarono il 20 aprile scorso dal Presidente della Regione, provenivano dalla protesta della piazza antistante il nostro ospedale, ove erano presenti con le loro fasce tricolori insieme ad Orgoglio Castelvetranese Belicino.
Se quindi adesso la cosi detta via istituzionale sta ottenendo dei risultati modificativi per il nostro servizio sanitario di territorio, questo lo si deve all’attenzione sociale, mediatica e istituzionale che il nostro Comitato civico ha indefessamente assicurato nei tre anni di lunga battaglia, preparando l’ultimo miglio ai nostri politici.
Verificheremo in concreto le modifiche che il Commissario Zappalà ha disposto e ci riserviamo di attivarci nell’ipotesi in cui queste non contengano la riattivazione del Punto Nascite e il ritorno del reparto di Pediatria, nonché della restituzione delle cullette termiche e delle attrezzature elettromedicali sottratte alla nostra struttura ospedaliera.
Ci auguriamo anche che possano essere restituiti i letti sottratti al nostro reparto di Ortopedia in vista di un potenziamento doveroso che il vertice Asp riteniamo debba assicurare con un concorso di nuovi medici e il rilancio di un reparto che era di Unità Complessa prima del Piano Razza.
Inoltre, ci auguriamo che il reparto di Chirurgia ci venga restituito come Unità Complessa, così come venga salvaguardata la Terapia Intensiva e Rianimazione – ridotta a servizio semplice dipartimentale di sola Anestesia -, e che venga mantenuta la Farmacia UFA a servizio del reparto di Oncologia.
A sommesso parere del nostro Direttivo, la promessa ottenuta dai sindaci dal Presidente Musumeci appare un compromesso al ribasso rispetto ai danni enormi che il Piano di riordino territoriale sanitario Razza ha provocato alla sanità del nostro territorio e restiamo in fiduciosa attesa che i nostri Ricorsi Straordinari già inoltrati abbiano corso legale e che, soprattutto, l’esposto-denuncia alla Corte dei Conti per danno erariale –sottoscritto anche dai sindaci del Belice che hanno aderito alla nostra iniziativa- sia giudizialmente esaminato.
Nel frattempo, intendiamo proseguire in tutte quelle azioni ed iniziative che servano alla difesa del nostro ospedale, rimanendo vigili sui passaggi istituzionali che finalmente muovono i primi positivi passi dopo tre lunghi anni di vana attesa della cittadinanza belicina e del nostro Comitato, che si è fatto unico interprete del disagio dei cittadini della Valle del Belice, al fine di pervenire al mantenimento degli standard sanitari nel territorio belicino.
Frattanto però, anche il Distretto sanitario trasferisce –per motivi di sicurezza legati alle barriere architettoniche- il Consultorio Familiare di Castelvetrano a Santa Ninfa e anche questo rappresenta un fallimento dell’amministrazione di questa nostra povera Castelvetrano “città cancellata”.
Anche su questa ultima offesa a detrimento degli importanti servizi di cui vengono privati i cittadini castelvetranesi, la politica dovrà farsi carico e reagire nelle sedi istituzionali.
E’ nostro auspicio che il dibattito sociale e politico sul tema sanitario territoriale rimanga scevro da interessi campanilistici che sembrerebbe far capolino dalle dichiarazioni pubbliche di qualche sindaco che parteciperà alla prossima conferenza del 18 ottobre prossimo, sicuri che la approvazione consultiva della modifica dell’Atto aziendale tenga conto dei gravi pregressi danni perpetrati all’ospedale di Castelvetrano e che non venga ostacolata il legittimo intento risarcitorio della sanità belicina.
Il Direttivo di Orgoglio Castelvetranese Belicino