“Un provvedimento eccessivo e vergognoso che minaccia la libertà di insegnamento e lo stesso mestiere del docente” . È rivolta nel mondo della scuola per la decisione di sospendere la professoressa Rosa Maria Dell’Aria, colpevole secondo l’Ufficio scolastico provinciale di non aver vigilato sul lavoro dei suoi alunni che in una videoproiezione hanno accostato le leggi razziali al decreto sicurezza del ministro dell’Interno Matteo Salvini.
Ieri la Digos è arrivata all’istituto Tecnico industriale Vittorio Emanuele III per verificare la vicenda raccontata da ” Repubblica”. A scuola si respirava un clima di alta tensione. Il preside Carmelo Ciringione, trincerato dietro il silenzio, come la maggior parte dei colleghi di Dell’Aria che stanno comunque portando avanti una raccolta firme. Sconvolti gli studenti. “Un professore non può censurare a priori l’espressione degli alunni – dice Tiziano Saporiti, professore di Chimica del Vittorio Emanuele III – Il nostro è un lavoro complesso ” . Intanto alla prof è arrivata non solo la solidarietà del mondo della scuola, ma anche da esponenti della società civile, della politica e dei sindacati che hanno lanciato una petizione a difesa della docente.
La rivolta dei prof
“Legittimare un provvedimento del genere è pericolosissimo – dice Luigi Barbieri, professore di Lettere al liceo Danilo Dolci – La censura non fa parte del mondo della scuola” . I professori si interrogano sul loro compito. “Non si può impedire l’espressione di pensiero – dice Domenico Quaranta, docente di Storia e filosofia all’educandato Maria Adelaide – Non è questo il nostro compito. È al contrario stimolare il dibattito, il confronto critico. Ci sentiamo lesi nella nostra professionalità”. “Pare che i ragazzi e la prof di conseguenza abbiano fatto soltanto l’errore di aver toccato il cuore del potere. La cultura è libera e libero deve essere il suo insegnamento” , dice Giovanni Mannara che insegna Lettere all’istituto comprensivo Colozza-Bonfiglio.
L’accostamento della promulgazione delle leggi razziali del 1938 al decreto sicurezza del ministro dell’Interno Matteo Salvini non è certo nuovo per chi ogni giorno varca la soglia degli istituti scolastici. “Accostare le due foto – dice Elio D’Anna, professore di Latino e greco al liceo Garibaldi da anni in pensione – è culturalmente lecito. C’è ampia letteratura in merito. Per i nazisti gli ebrei rappresentavano un’umanità inferiore e anche i migranti lo sono per una certa parte politica dei nostri giorni. La libertà dell’insegnamento è inviolabile, ne vale della nostra democrazia”.
Ieri, al liceo scientifico Benedetto Croce, non si parlava d’altro. “La professoressa non ha alcuna colpa – dice Ina Salerno, professoressa di Scienze al Croce – Si respira un clima dittatoriale che nulla ha a che vedere con la scuola” . Per professori come Domenico Buccheri dell’istituto Padre Pino Puglisi di Brancaccio si tratta di “un chiaro segnale politico”.
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La società civile con la prof
“Soffia un vento antidemocratico allarmante nel nostro Paese che va arginato prima che sia troppo tardi ” , dice Pietro Bartolo medico di Lampedusa candidato al Parlamento europeo. La comunità di Santa Chiara all’Albergheria prende posizione. “La politica – dice Enzo Volpe, direttore di Santa Chiara a nome di tutta la comunità – pensa di potere controllare il diritto all’informazione e alla formazione di intelligenza critica. Si contesta una prof che ha fatto sempre con diligenza e passione il suo dovere e si resta indifferenti se un ministro della Repubblica si fa promotore di decreti chiaramente anti costituzionali. La scuola pubblica non è proprietà dello Stato, né può essere da questo controllato e condizionato ” . Difendono la prof anche tanti dirigenti scolastici, garanti della libertà di insegnamento dei loro docenti. “Il nostro Paese – dice Vito Lo Scrudato, preside del liceo classico Umberto – ha bisogno di capacità di confronto civile e rispettoso delle posizioni diverse senza demonizzazioni reciproche. Ecco perché penso che oggi più che mai la scuola deve rimanere un luogo e un tempo di formazione dove insegnare la libertà, il rispetto e il confronto civile”.
Bufera nel mondo politico
Il sindaco Leoluca Orlando, a nome di tutta la giunta, invita il ministero ” a favorire lo studio della storia e delle nefandezze che il nazifascismo ha compiuto contro gli italiani e nel mondo piuttosto che sanzionare docenti e attentare alla libertà di docenza ed espressione”. ” L’unico dato certo a oggi – dice il sindaco – è che il decreto sicurezza nella sua parte in cui lede i diritti dei migranti è stato giudicato da chi ha competenza formale a farlo, come illegittimo, inadeguato, lesivo appunto di diritti fondamentali. Infatti i giudici ne hanno già sanzionato alcuni effetti nefasti”. Insorge anche il Pd, dalla capogruppo in commissione Cultura alla Camera Anna Ascani, al segretario regionale ed ex sottosegretario all’I-struzione Davide Faraone. ” Il prossimo passo – si chiede Ascani – è il ritorno dell’Opera nazionale balilla? L’episodio di Palermo richiede immediati chiarimenti ufficiali del ministero dell’Istruzione”.
La petizione dei sindacati
Per Luigi Del Prete, dell’esecutivo nazionale Usb Scuola, ” la celerità dell’intervento da parte del ministero e del provveditore di Palermo evidenziano ormai un clima irrespirabile all’interno del paese e nelle scuole italiane” . Il sindacato Usb sta raccogliendo le firme del mondo della scuola per presentarle la prossima settimana la raccolta firme al provveditore Marco Anello.
Repubblica.it – Claudia Brunetto