Oggi si vota, martedì 6 marzo saranno noti i risultati ufficiali; è questa la previsione fatta da Il Fatto Quotidiano, secondo il quale per definire con esattezza i nomi dei nuovi parlamentari della Repubblica italiana bisognerà aspettare più di 48 ore, “caso unico in Europa”.
Questo perché la legge elettorale adottata per questa tornata elettorale – il Rosatellum-bis – è molto complessa, non solo per gli elettori che devono capire bene come votare per non rischiare scheda nulla, ma anche per il Ministero dell’Interno che dovrà elaborare i risultati finali.
Ecco perché i risultati definitivi saranno svelati solamente martedì 6 marzo 2018. Naturalmente per capire chi ha vinto le elezioni politiche del 2018 non bisognerà aspettare così tanto; già nelle prime ore della notte, infatti, saranno noti exit poll e risultati grazie ai quali scopriremo se una delle forze politiche in campo ha ottenuto la maggioranza per governare.
Ribadiamo che per vincere le elezioni – così da poter governare il Paese – una lista elettorale dovrà ottenere (secondo le stime) il 40% di preferenze nella parte di proporzionale, più il 70% dei collegi nell’uninominale.
Per sapere se una delle forze in campo è riuscita ad ottenere questo ambizioso risultato dovremo attendere le prime ore della notte tra domenica e lunedì; lo spoglio inizierà subito dopo la chiusura dei seggi (ore 23:00) e già dopo un paio d’ore dovremo avere un prospetto sull’esito di questa tornata elettorale.
Per i risultati definitivi e per conoscere il nome di quali saranno i nostri rappresentanti in Parlamento dovremo attendere verosimilmente fino a martedì 6 marzo, con i risultati che saranno consultabili sul sito del Ministero dell’Interno.
Come vengono attribuiti i seggi in Parlamento
Come anticipato a causa della complessità del Rosatellum-bis ci vorranno diverse ore per stabilire qual è il risultato definitivo delle elezioni politiche.
Ma per quale motivo la legge elettorale è così complessa? Questo perché si tratta di un sistema elettorale misto, con una parte di seggi che viene assegnata attraverso il metodo maggioritario, mentre l’altra con il proporzionale.
Nel dettaglio, un terzo del Parlamento verrà assegnato con metodo maggioritario (maggioranza relativa dei voti). Sia per Camera dei Deputati che per il Senato l’Italia è stata suddivisa in collegi uninominali, dai quali verrà eletto un solo candidato, ovvero quello che ha ottenuto la maggioranza dei voti.
I due terzi del Parlamento, invece, saranno eletti con il proporzionale. Per il metodo proporzionale, invece, l’Italia è suddivisa in collegi plurinominali, poiché per ogni circoscrizione ci sono un minimo di due e un massimo di quattro candidati per ciascuna lista. Come ci ricorda la guida del Ministero dell’Interno (che trovate di seguito), una volta che a ciascuna lista sarà assegnato il numero di seggi corrispondente ai voti ottenuti (con il metodo proporzionale) i seggi saranno ripartiti secondo la circoscrizione geografica di riferimento.
Trattandosi di liste bloccate non è possibile esprimere la propria preferenza, poiché saranno eletti i candidati nell’ordine in cui compaiono nella scheda di ciascuna circoscrizione; è proprio questa operazione a richiedere più tempo.