Riapertura scuole superiori il 7 gennaio? Il fronte delle Regioni è spaccato e si decide in ordine sparso. Ecco le ultime decisioni.
Le scuole superiori riapriranno l’11 gennaio e non il 7. Lo ha deciso il Consiglio dei Ministri
Bolzano: In Alto Adige, dal 7 gennaio, gli studenti delle scuole superiori torneranno in presenza fino al 75% e con un minimo del 50%. Come è stato sottolineato, il limite del 75% può essere diversamente del modulato dal singolo istituto. Gli ingressi in classe saranno scaglionati.
Calabria: “Se non ci sono pericoli le scuole andranno in presenza al 50%, altrimenti i nostri ragazzi possono studiare a distanza”, ha annunciato il presidente facente funzioni Nino Spirlì.
Campania: ritorno graduale dall’11 gennaio, superiori dal 25.
Friuli Venezia Giulia: il governatore Massimiliano Fedriga ha firmato un’ordinanza che prevede il rinvio dell’apertura delle scuole superiori successivamente al 31 gennaio.
Lazio: possibile slittamento all’11 gennaio. Le FAQ dell’Usr
Liguria: “Di fronte all’incertezza su cosa succederà da lunedì il 7 e l’8 le scuole in Liguria non apriranno”, annuncia il governatore Toti.
Lombardia: i piani dalle prefetture sono pronti, ma la Regione preferisce attendere e conoscere le misure nazionali per il ritorno a scuola.
Marche: la Regione ha deciso di tenere in Dad al 100% le scuole superiori fino al 31 gennaio.
Piemonte: il presidente Alberto Cirio vuole attendere novità a livello nazionale prima di adottare misure ad hoc per il ritorno a scuola del 7 gennaio
Puglia: il governatore Michele Emiliano attende le misure nazionali in vigore dal 7 soprattutto in tema scuola, per poi, eventualmente, emanare un’ordinanza più restrittiva.
Sardegna: riapertura il 7 gennaio in stand by, verso il posticipo al 15 gennaio
Sicilia: pronti alla riapertura il 7 o l’8 gennaio.
Toscana: conferma ritorno in classe il 7 gennaio al 50%.
Valle d’Aosta: pronti alla riapertura il 7 gennaio. “La Valle d’Aosta è pronta ad aprire le scuole superiori il 7 gennaio, la decisione di un rinvio sarebbe molto grave”. Lo dichiara all’Ansa Luciano Caveri, assessore all’istruzione.
Veneto: Dad dal 7 al 31 gennaio, pubblicata l’ordinanza del governatore Luca Zaia.
“Le Regioni riflettano bene sulle conseguenze per studenti e famiglie”, avverte la ministra Lucia Azzolina.
Critica per le decisioni di alcune Regioni di lasciare le scuole chiuse, la senatrice del M5s Bianca Laura Granato. “L’operazione portata avanti dai presidenti di regione è stata quella di dire sì a soldi in più, sì all’attivazione dei tracciamenti e a poteri straordinari per poi aspettare passivamente sulla riva del fiume l’impennata dei contagi per chiedere di rinviare nuovamente l’apertura”, afferma in una nota.
Secondo la deputata del Partito democratico, Lucia Ciampi, le decisioni regionali vanno accettate, perché “le Regioni, che hanno una conoscenza territoriale approfondita e competenza in materia, siano gli enti preposti per valutare al meglio le misure da adottare”.
Per Gabriele Toccafondi, capogruppo di Italia Viva in Commissione Cultura alla Camera è sconcertante “la rincorsa di ministri, consulenti, commissari e presidenti di regione a non riaprire la scuola”, soprattutto dopo i dati diffusi dall’Iss.
Nel rapporto dell’Istituto superiore di sanità “Apertura delle scuole e andamento dei casi confermati di SARS-CoV-2:
la situazione in Italia”, si legge infatti che nel periodo dal 31 agosto al 27 dicembre 2020 “si sono verificati in Italia 3.173 focolai in ambito scolastico che rappresentano il 2% del totale dei focolai segnalati a livello nazionale”.
Secondo il coordinatore del Cts Agostino Miozzo ogni singola regione conosce i propri punti di forza e di debolezza, “quindi la responsabilità dei governatori è quella di decidere se il territorio è pronto o no ad accogliere i ragazzi all’interno delle scuole”.
Fonte OrizzonteScuola