Partono i divieti per i botti dell’ultimo dell’anno, in Sicilia diverse le ordinanze e i sequestri di materiale pirotecnico illegale.
Si estende per 8 giorni a Catania, il divieto di far esplodere petardi e fuochi d’artificio. E’ quanto stabilisce un’ordinanza emessa dal sindaco a tutela dell’incolumità dei cittadini, in particolare nel provvedimento si vieta “ai detentori di materiale pirotecnico non titolari di licenza, né autorizzati all’attuazione di manifestazioni pirotecniche in luoghi pubblici, di effettuare e far effettuare lo scoppio di petardi, mortaretti ed artifici similari e di ogni tipo di fuoco pirotecnico in luogo pubblico o di uso pubblico e nei luoghi privati di tutto il territorio cittadino”.Previste sanzioni amministrative e pecuniarie da 100 a 500 euro.
Il provvedimento mira ad evitare che i giochi pirotecnici possano servire per attuare condotte criminali di ogni tipo. Il divieto riguarda anche i luoghi privati, laddove i giochi pirotecnici possano causare danni da ricaduta a persone e cose.
Anche a San Cataldo il divieto si estende fino all’Epifania, per i trasgressori previste sanzioni pecuniarie da 25 a 500 euro.
Intanto scattano i sequestri, trovati oltre 380 chilogrammi di botti illegali in un deposito abusivo a Siracusa, le successive operazioni di perquisizione hanno permesso di rinvenire oltre 10.300 razzi. Un cinquantenne siracusano, in particolare, è stato accusato dei reati di fabbricazione o commercio abusivo di materie esplodenti ed omessa denuncia alle autorità competenti. Nel deposito è stata trovata una vera e propria santa Barbara con materiale altamente infiammabile che avrebbe potuto provocare notevoli danni nelle zone circostanti.
Anche nel ragusano sono stati sequestrati 30 kg di botti per un valore sul mercato di oltre 2.000 euro, in manette un 35enne di Pozzallo. L’uomo è stato trovato in possesso di botti di genere vietato, tra cui tubi di lancio lunghi oltre 10 centimetri e con una massa attiva di oltre 5 kg di polvere pirica. Per alcune batterie sarebbe stato necessario il porto d’armi e la denuncia alla Polizia di Stato.
La pericolosità dei botti sequestrati era data dalla totale incapacità di maneggiarli da parte del venditore abusivo e dalla mancata titolarità di una licenza da parte di chi acquista.
(Gds.it – Fabiola Pepe)