Questa notte, all’una e trenta, dopo aver combattuto contro una lunga malattia, si è spento Gioacchino Cataldo, ultimo rais della tonnara di Favignana, riconosciuto dall’UNESCO come patrimonio culturale.
La storia di Gioacchino è strettamente legata alle isole Egadi e allo Stabilimento Florio, dove inizia infatti a lavorare giovanissimo. Fa il tonnaroto per 33 anni e nel 1996 diventa RAIS (capo dei pescatori). Resterà rais per 11 anni, nel periodo più difficile della storia della tonnara di Favignana, cioè fino al 2007, l’anno dell’ultima mattanza.
Un nome, una storia, una tradizione. Gioacchino Cataldo ha rappresentato l’emblema di un territorio, quello Egadino e racchiusi nei suoi due metri di altezza ci sono sempre stati i segreti della mattanza. Oggi Favignana perde un uomo simbolo ma anche un personaggio controverso. Lo ricorderemo tutti alto, imponente, quasi dall’accento settentrionale, protagonista del mondo e dei riti del tonno: con la tonnara più grande del mediterraneo (quella di Favignana, infatti, raggiungeva gli 800 chilometri di cavi d’acciaio) prima, come custode della pesca antica fino ad oggi.
Gioacchino Cataldo è stato una leggenda vivente. Per oltre trent’anni si è dedicato alla pesca del tonno, perpetuando una tradizione millenaria che fino al 2007, anno della sua messa al bando, ha trovato alle Egadi uno dei teatri più suggestivi.
Profondo conoscitore del mare, l’ultimo rais, ha raccontato sempre con grande fascino storie di pesca che si intrecciano con la sua vita indissolubilmente legata al tonno. Per tanti anni ha svolto un’importante attività di divulgatore della conoscenza della mattanza, e delle tradizioni favignanesi, girando scuole e offrendo i suoi consigli agli chef di tutto il mondo su come cucinare il tonno. Proprio per questo, Gioacchino nel 2006 è stato inserito tra i “Tesori Umani Viventi” del Registro Eredità Immateriali delle Sicilia, un documento predisposto dalla Regione per preservare le ricchezze immateriali dell’isola, e per questo è spesso citato come un uomo “patrimonio culturale“.
Negli anni si è ritagliato, in coppia col vice rais Clemente Ventrone, il ruolo di testimonial della mattanza comparendo nelle cartoline e nelle foto più famose della mattanza, mentre arpionano e tirano su a braccia enormi tonni schivando i colpi della coda dei pesci ed è stato chiamato spesso in televisione (Lineablu, MasterChef, etc.) per raccontare la storia della mattanza e i prodotti tipici ricavati dal tonno ed è citato come fonte in diversi libri sulle tradizioni della pesca del tonno, sia di ricette di cucina mediterranea. Con lui anche il cibo diventa un’esperienza da raccontare: una passione e un’arte che vanno oltre il semplice atto del mangiare.
Gioacchino Cataldo, questa notte ha salutato la sua Favignana ed è andato via portando con sé un pezzo di storia di questa bellissima isola che lui ha amato con tutto il suo cuore. Adesso sarà sicuramente in viaggio, a cullarlo ci saranno le onde di quel mare che per lui hanno rappresentato lavoro, sacrifici, passione, e fargli festa ci saranno i gabbiani che tanto amava.
Fonte Tele8 – Claudia Parrinello