La conta dei danni era cominciata già a luglio quando la tenaglia di caldo e siccità aveva messo anche la Sicilia, oltre al resto del Paese, di fronte al fatto compiuto. Un guaio di stagione che aveva compromesso in buona parte le aspettative degli agricoltori siciliani. La situazione era apparsa seria e grave oltre misura sin dalle prime valutazioni messi in piedi dagli esperti e dagli operatori del settore. In estate, in tutt’Italia, i danni calcolati da Coldiretti avevano superato già, a una prima analisi, i due miliardi di euro.
La declaratoria per lo stato di calamità naturale dei danni causati da “eccezionale siccità-calura” nelle province di Caltanissetta, Agrigento, Siracusa, Trapani e Catania è stata approvata dalla giunta regionale, su proposta dell’assessore all’Agricoltura Edy Bandiera la scorsa settimana. Adesso, si è avviata di fatto, con l’atto della giunta di governo siciliana, l’interlocuzione istituzionale con il governo romano per risarcire gli agricoltori siciliani.
Il prossimo atto che adesso si attende è il riconoscimento da parte del ministero delle Politiche Agricole del danno. Si tratta di effetti negativi causati da alte temperature – come chiarisce la nota dell’assessorato – colpo di sole e siccità a luglio e agosto che hanno provocato danni ingenti diversificati a seconda delle varie zone colpite.
Cinque i territori della Sicilia che aspettano la quantificazione delle risposte: Caltanissetta, Agrigento, Siracusa, Trapani e Catania. Questo l’elenco dei danni quantificati, ricavato dalle delibere del governo regionale che riassume in dettaglio il quadro di ciò che si troverà di fronte il governo romano chiamato a dare una risposta che si spera possa essere quanto più reattiva possibile alla Sicilia del danno da siccità.
Provincia di Trapani La produzione lorda vendibile ammonta a 154 milioni di euro, le perdite per mancata produzione sono pari a 53.920.188,00, il danno medio calcolato è del 35%. Fabbisogno finanziario richiesto è di 43.136.150,00 euro.
Il riconoscimento romano da parte del governo è un passaggio per niente secondario. I livelli di crisi affrontati dalle singole regioni sono stati differenti rispetto alla specificità delle coltivazioni, e verranno supportati con gli interventi compensativi del fondo di solidarietà nazionale per le aree colpite, anche se rimane in piedi a livello nazionale, la possibilità di aumentare gli anticipi dei fondi Pac (piani di azione e coesione).
Attivazione di operazioni di prestiti agrari, ammortamento quinquennale e proroga di operazioni di credito agrario, queste alcune delle possibilità di utilizzo, in alcuni casi, delle cifre destinate dal governo nazionale alla Sicilia danneggiata.
La legge nazionale di riferimento prevede che il contributo dello Stato sia concesso fino all’80% del costo dei premi per contratti assicurativi che stabiliscono un risarcimento qualora il danno raggiunga il 20% della produzione nelle aree svantaggiate e il 30% nelle altre zone.
Il totale del contributo pubblico sui premi assicurativi viene determinata con il Piano assicurativo agricolo annuale, strumento di cui dispone il governo dovendo tenere conto: “delle disponibilità di bilancio, dell’importanza socio-economica delle produzioni e del numero di potenziali assicurati.
(La Sicilia)