La Sicilia seconda solo alla Calabria per numero di famiglie che hanno rinunciato a curarsi per le difficoltà economiche. Secondo i dati del rapporto Crea Salute dell’università di Tor Vergata, datati 2016, una famiglia su dieci non ha potuto affrontare le spese per fare terapie, acquistare farmaci, prenotare esami diagnostici.
Il rapporto mette in luce come nel 2016 il 17,6% delle famiglie italiane – 4,5 milioni – ha cercato di limitare le spese sanitarie per motivi economici, ben 100.000 in più rispetto al 2015, e di queste 1,1 milioni le hanno annullate del tutto. Il disagio economico per le spese sanitarie, “combinazione di impoverimento per consumi sanitari e ‘nuove’ rinunce per motivi economici, è sofferto dal 5,5% delle famiglie, ed è significativamente superiore nel Sud del Paese (7,9% delle famiglie)”. Rispetto all’anno precedente si è registrata una riduzione del disagio nelle Regioni del Centro e del Nord ed un sensibile aumento in quelle del Sud (da 8,3% a 8,4%).
Calabria, Sicilia e Umbria sono le regioni con la maggior incidenza di condizioni di disagio: rispettivamente il 12,7%, il 10% e il 9,6% delle famiglie; all’estremo opposto troviamo il Trentino Alto Adige, dove solo il 2,3% delle famiglie residenti sono in condizioni di disagio economico dovuto ai consumi sanitari, e la Lombardia con il 3,1%.
L’altra faccia della medaglia è l’impoverimento di chi, pur di non rinunciare alle cure, si impoverisce: in Sicilia 69 mila famiglie nel 2016 si sono rovinate per sostenere spese sanitarie, a fronte di 4.800 famiglia finite nell’area di povertà in Piemonte. Si tratta di dati elaborati da Ornella Giambalvo, professoressa di Statistica all’università di Palermo.
Il rapporto Censis rivela invece che la spesa sanitaria pro capite in Sicilia è si appena 267 euro contro i 781 della Val d’Aosta, e con i dati Istat sul calo delle visite specialistiche (- 6,8 per cento), dei pediatri (- 6 per cento) e dei medici di famiglia (- 3 per cento).
Repubblica.it – Giusi Spica