E dunque per le tasche dei siciliani che pagheranno il prezzo delle sanzioni applicate alle amministrazioni inadempienti. Da gennaio conferire i rifiuti indifferenziati in discarica costerà il 20 per cento in più. Una sanzione prevista già a partire dal 2017 ma che finora è stata applicata solo a macchia di leopardo dai 9 gestori degli impianti, incaricati di riscuotere il tributo che poi finirà nelle casse della Regione.
Mercoledì si è svolta una riunione all’assessorato regionale ai Rifiuti fra il direttore generale Salvo Cocina e i gestori delle discariche. Dalla Regione l’ordine di applicare l’addizionale del 20 per cento sulla quota di conferimento, prevista dal Codice dell’ambiente – il decreto 152 del 2006 all’articolo 205 – ma in Sicilia applicata solo a singhiozzo da due gestori su nove.
La stangata colpirà solo i Comuni che non hanno raggiunto il 65 per cento della raccolta differenziata. In Sicilia, a giugno 2018, su 390 comuni solo 73 erano in regola, oggi un centinaio. A soffrire saranno soprattutto i grandi centri e le città metropolitane molto al di sotto della soglia di differenziata prevista. Questo nonostante a Palermo sia stato attivato il Centro di raccolta rifiuti cui già si sono rivolti 600 cittadini.
Oggi conferire in discarica costa fra 120 e 170 euro a tonnellata, comprensive di Iva e di trasporto. A questi vanno aggiunti da 5 a 12 euro per l’ecotassa applicata ai comuni non in regola con la soglia minima di differenziata e adesso anche l’addizionale del 20 per cento. Soltanto per il Comune di Palermo il salasso sarà di circa 600mila euro in più l’anno. A spese dei cittadini che subiranno l’aumento della Tari.
Saranno i gestori delle discariche, in gran parte in mano ai privati, a presentare il conto ai Comuni e poi a versare il tributo alla Regione ogni tre mesi. Inoltre i gestori dovranno recuperare anche le somme non riscosse per il 2017. Gli uffici dell’assessorato stanno già preparando una circolare operativa indirizzata ai nove gestori degli impianti.
Repubblica.it – Giusi Spica