Nuova perquisizione nella sede del laboratorio di analisi di Alcamo, accusato di aver eseguito tamponi con apparecchiature inaffidabili e prezzi raddoppiati. L’accertamento è stato eseguito dai carabinieri del Nas di Palermo, che lo scorso 16 ottobre avevano eseguito il sequestro del laboratorio Emolab, disposto dal gip di Trapani.
Nel corso della perquisizione avvenuta in mattinata i militari del Nucleo anti-sofisticazioni e sanità hanno sequestrato alcuni computer e documenti societari della struttura sanitaria. Nell’inchiesta dei pm di Trapani (procuratore aggiunto Maurizio Agnello, sostituto procuratore Brunella Sardoni) sono indagati i titolari del laboratorio, Fabio Di Giorgi, rappresentante legale e il direttore tecnico Salvatore Ciaccio, entrambi accusati per truffa ai danni del Sistema Nazionale Sanitario.
Dopo il sequestro, molte delle vittime dei ‘falsi tamponì hanno presentato delle denunce in Procura, tra cui una in cui si descrive la morte di una donna di 66 anni avvenuta il 19 ottobre e risultata positiva al covid, nonostante il genero, con cui conviveva assieme alla sorella, avesse avuto un tampone con esito negativo il 25 settembre.
Per questo ai due titolari della struttura viene contestata anche la ‘responsabilità colposa per morte in ambito sanitariò. Nel corso delle indagini i pm di Trapani hanno accertato che l’accreditamento del laboratorio per i tamponi sul covid-19 risale ai mesi in cui l’Asp locale era gestita dal manager Fabio Damiani, arrestato dai colleghi della Procura di Palermo nel mese di maggio assieme ad Antonino Candela. Tra i documenti sequestrati stamattina dai carabinieri del Nas di Palermo c’è anche un dossier prodotto dal laboratorio durante la prima emergenza causata dal virus.
Gds.it