Le dieci città con la tassa sui rifiuti più cara, con una spesa annua che supera i 400 euro, sono tutte al sud, tranne Pisa. La Campania è la regione più cara (418 euro annui), il Trentino Alto Adige quella più economica (197 euro). Lo rivela la annuale rilevazione dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, prendendo come riferimento nel 2017 una famiglia di 3 persone e una casa di proprietà di 100 metri quadri.
Resta più o meno stabile la tassa sui rifiuti nel nostro Paese: nel corso del 2017, una famiglia media italiana ha pagato 300 euro (contro i 297 del 2016).
Confrontando i singoli capoluoghi di provincia, Belluno si conferma la città più economica (149 euro all’anno), Cagliari la più costosa (549 euro). Poi vengono Trani (496), Ragusa (492), Siracusa (486), Salerno (468), Reggio Calabria (459), Benevento (453), Napoli (448), Pisa (447) e Agrigento (432). L’incremento maggiore della tassa quest’anno si è avuto in Abruzzo (+6,5%), in particolare a Chieti, dove la tariffa dei rifiuti è salita a 338 euro rispetto ai 270 del 2016 (25,2%). Crescono anche i livelli di raccolta differenziata: nel 2016 (ultimo anno disponibile) secondo dati ISPRA, siamo arrivati a livello nazionale al 52,5% (+5% rispetto al 2015), mentre il 25% finisce in discarica.
Tutte in aumento le percentuali di raccolta differenziata regionali. Quelle più virtuose sono Veneto, Trentino Alto Adige, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, che confermano la tendenza degli ultimi anni. Le regioni fanalino di coda sono la Sicilia, l’unica a non raggiungere la soglia del 20%, e il Molise. In Calabria e Basilicata nel corso di un solo anno è aumentata considerevolmente la percentuale di raccolta differenziata, mentre lo smaltimento in discarica è aumentato in 5 regioni, in particolare in Abruzzo (+12%).
(ANSA)