E’ aumentato a quattro il numero dei civili uccisi durante gli attentati di ieri sera a Vienna: lo riporta il quotidiano austriaco Kleine Zeitung. I feriti finora sarebbero 17. Uno degli attentatori, un simpatizzante dell’Isis, è stato ucciso dalla polizia. Quest’ultimo avrebbe annunciato su Instagram il suo gesto, postando alcune foto, lunedì. Lo scrive la Bild. Il tabloid afferma che gli inquirenti ritengono “probabile” che i post di un jihadista sul social network siano proprio dell’attentatore rimasto ucciso nell’agguato. Proclamati 3 giorni di lutto nazionale.
Gli inquirenti austriaci ritengono che gli attentatori potrebbero essere almeno quattro. Ci sono state perquisizioni in alcune abitazioni, e alcuni fermi. Lo scrive l’APA. Secondo l’agenzia austriaca, sono al lavoro un migliaio di agenti delle forze dell’ordine, provenienti anche dalla Niederösterreich e dal Burgenland, mentre 75 militari dell’esercito federale sono stati inviati a difendere gli obiettivi sensibili.
Il terrorista ucciso alla polizia austriaca era un rifugiato di 30 anni: lo scrive il quotidiano austriaco Kronen Zeitung, che pubblica una fotografia dell’uomo con il volto oscurato, senza indicarne la nazionalità. E’ probabile che l’uomo, prosegue il giornale, si trovasse in Austria da qualche tempo. Secondo le informazioni raccolte da Kronen Zeitung, poco prima dell’attacco il terrorista aveva prestato giuramento di fedeltà al nuovo leader dell’Isis Abu Ibrahim al-Hashimi al-Quraishi.
Il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ha convocato alle 13 il Comitato nazionale per l’ordine pubblico e la sicurezza in seguito all’attentato di Vienna. La riunione, alla quale parteciperanno i vertici delle forze di polizia e dei servizi d’intelligence, servirà a fare il punto di quando sta accadendo in Europa e a verificare lo stato della sicurezza in Italia.
“Gli attentati di Nizza e Vienna sono un attacco all’occidente e all’Europa. C’è bisogno di coraggio nel dire che la minaccia del fondamentalismo islamico è ancora presente e che serve una strategia europea che lo possa contrastare e sconfiggere”. Lo scrive in un tweet la presidente della comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello.
I fatti – Un commando in azione e un attacco multiplo in una Vienna affollata di persone alla vigilia del lockdown. La città è piombata nell’incubo del terrorismo, con una dinamica che assomiglia alla tragica notte del Bataclan di Parigi, il 13 novembre di 5 anni fa, con gli attentatori che hanno sparato a caso nei locali. La matrice dell’attacco non è ancora chiara.
Tutto è cominciato vicino alla Sinagoga nella Seitenstettengasse, nel centro della capitale austriaca, dove molte persone si godevano l’ultima libera uscita prima della serrata dettata dal Covid-19: verso le 20 i primi spari, un’esplosione (forse uno degli assalitori che secondo alcune fonti si sarebbe fatto esplodere), diversi sospetti in fuga, un altro ancora arrestato. Il ministro dell’Interno, Karl Nehammer, non ha confermato la cattura di uno o più assalitori. Come nessuno ha confermato che l’obiettivo primario dell’attacco fosse proprio il luogo di culto ebraico: la polizia ha riferito che il commando, composto da “molti sospetti armati di fucile”, ha sparato in 6 luoghi diversi della città. Le forze speciali hanno dunque dato il via a una massiccia caccia all’uomo per le vie di Vienna, presto affiancate dall’esercito.
Fonte Ansa